«È un evento di grande rilievo e sappiamo bene quanto sia importante tornare a incontrarci dopo un lungo, lunghissimo tempo in cui la necessità di “confinamento” lo ha reso impossibile. La riduzione delle attività cliniche assistenziali, chirurgiche e anche didattiche ha ostacolato la formazione professionale di tutti, soprattutto dei più giovani. C’è quindi la necessità e certamente il desiderio di riprendere il cammino di conoscenza, ma anche di ricominciare ad avere relazioni e dialoghi tra noi, fondamentali per riappassionarsi alla nostra bellissima professione. Per questo tornare insieme e in presenza è una necessità». È questo il primo pensiero di Paolo Adravanti e Fabio Catani, presidenti del congresso Siot in programma a Roma da giovedì 10 a sabato 12 novembre.
Il congresso non avrà un tema specifico, e questa è una novità. Ma con le società superspecialistiche è stato messo a punto un programma con argomenti di attualità clinica, sia per favorire l’aggiornamento scientifico e chirurgico per gli ortopedici più esperti, sia per orientare e stimolare l’interesse dei più giovani. L’architettura del congresso sarà caratterizzata da simposi, tavole rotonde, lezioni magistrali e comunicazioni libere su tutti i principali temi delle patologie ortopediche di carattere generale e specialistico con una particolare attenzione ai risultati e alle nuove tecniche di chirurgia ortopedica. Verrà dato ampio spazio soprattutto all’interattività con i colleghi più giovani e a tematiche di confronto con specialità affini, tra le quali la reumatologia e la fisiatria.
«È interesse comune affrontare temi importanti che caratterizzano la nostra attività clinica e chirurgica, un’attività che richiede sempre di più competenze multidisciplinari – spiegano i due presidenti –. L’inquadramento diagnostico e terapeutico della fragilità ossea, dell’osteoporosi, delle malattie infiammatorie così come l’emofilia sono essenziali per una conoscenza clinica capace di affrontare efficacemente non solo le patologie traumatologiche ed elettive. Le nuove tecnologie in campo biologico-rigenerativo e diagnostico-chirurgico necessitano di approfondimenti e soprattutto di evidenze clinico-scientifiche per essere applicate in modo efficace e sicuro. Le infezioni protesiche sono una realtà importante e purtroppo in aumento. Sarà perciò importante, anzi indispensabile, affrontare le linee guida così come indicate da alcune “consensus” internazionali». Infine, in una professione così esposta al contenzioso, «non potrà mancare ampio spazio di approfondimento sui risvolti medico-legali del nostro lavoro».