«Costituiscono doping la somministrazione o l’assunzione di farmaci o di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e l’adozione o la sottoposizione a pratiche mediche non giustificate da condizioni patologiche e idonee a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti». Questa la definizione di doping che è possibile trovare nella Legge 14 dicembre 2000, n. 376, che in Italia disciplina la tutela sanitaria delle attività sportive.
A fine 2022 è stato pubblicato da Nado Italia, l’organizzazione nazionale antidoping, il report sulle attività antidoping svolte nel 2021. Nel corso dell’anno l’attività di controllo del ministero della Salute ha sottoposto a test antidoping 8.317 atleti, 3.829 in competizione e 4.488 fuori competizione. «Nonostante il protrarsi dello stato di emergenza epidemiologica, è stato possibile incrementare l’effettuazione dei controlli antidoping, con il contributo dei Doping Control Officers e Blood Control Officers della Federazione medico sportiva italiana (Fmsi), con una particolare attenzione agli atleti partecipanti ai Giochi Olimpici di Tokyo e di Beijing, che si sono svolti a distanza di sei mesi» si legge sul documento. Le discipline più testate sono state il calcio (2146 altleti controllati), il ciclismo su strada (550), l’atletica nella categoria lunghe distanze (435) e
il canotaggio (270). Per quanto riguarda le fasce d’età, le più testate sono state quelle giovanili: la fascia 25-33 anni comprende il 47% del totale del campione, mentre la fascia 18-24 il 32%. Dal report emerge una tendenza all’aumento dell’uso di sostanze dopanti all’aumentare dell’età dell’atleta: rispetto infatti al campione testato, la fascia d’età con più risultati positivi in percentuale è stata l’over 42, mentre la più bassa l’under 19. Le sostanze con più riscontri appartengono alla classe degli agenti anabolizzanti (in particolare testosterone e clostebol, uno steroide anabolizzante derivato dal testosterone) e a quella dei diuretici e degli agenti mascheranti (sopratutto furosemide e idroclorotiazide e suoi metaboliti). Per quanto riguarda gli esiti avversi se ne sono riscontrati maggiormente nel ciclismo su strada (39% del totale) e nella pallacanestro (8%), in particolar modo nelle fasce di età 25-33 e over 42. Le sostanze anabolizzanti sono risultate quelle che più hanno fatto riscontrare esiti avversi (34%).
Le rilevazioni contenute nel report hanno dato esito a 138 procedimenti disciplinari (di cui 78 sospensioni cautelari), 137 già conclusi con udienza o accordo.
Luca Marelli
Giornalista Tabloid di Ortopedia