Alle cinque raccomandazioni del 2014 se ne aggiungono altrettante: sono le procedure considerate inutili o comunque a rischio di inappropriatezza dall’American Academy of Orthopaedic Surgeons (Aaos) nell’ambito della campagna Choosing Wisely
L’American Academy of Orthopaedic Surgeons (Aaos) ha ampliato, nell’ambito della campagna Choosing Wisely, la lista di esami e procedure che i chirurghi ortopedici dovrebbero mettere in discussione nella loro pratica clinica. Com’è noto la campagna ha l’obiettivo di favorire l’assunzione di responsabilità dei medici e il dialogo con i pazienti su esami diagnostici e trattamenti a rischio di inappropriatezza. Indagini e procedure che vengono comunemente eseguite, ma non sempre sono necessarie.
L’espansione della lista è stata decisa da Aaos dopo un’attenta valutazione e revisione delle più recenti acquisizioni scientifiche riaguardo alle opzioni di gestione e trattamento. «Come chirurghi ortopedici – ha affermato il presidente Aaos Joseph A. Bosco – il nostro dovere nei confronti dei nostri pazienti è quello di ripristinare la mobilità e migliorare la loro qualità di vita attraverso trattamenti di alta qualità basati sull’evidenza. L’iniziativa Choosing Wisely incoraggia i chirurghi ortopedici e i medici di tutte le specialità a considerare attentamente il valore dei test e delle procedure che eseguono. Questo consente ai chirurghi di prendere decisioni basate sull’evidenza riguardo alle cure più appropriate, il tutto mantenendo una comunicazione biunivoca con i propri pazienti».
La campagna Choosing Wisely è stata lanciata nel 2012 e da allora ha evidenziato oltre 600 test e procedure, delle diverse specialità mediche, che risultano abusati, potrebbero essere inappropriati o che comunque medici e pazienti dovrebbero mettere in discussione. Più di 80 società nazionali (anche in Italia con l’analogo progetto Choosing Wisely Italy) hanno rilasciato raccomandazioni e decine di collaboratori sanitari regionali e associazioni di pazienti si sono uniti al confronto sull’appropriatezza delle cure. «Clinici e pazienti negli Stati Uniti e poi in tutto il mondo sono impegnati in dibattiti centrati sull’opportunità di evitare cure non necessarie, grazie anche agli sforzi delle società mediche specialistiche come l’Aaos, e questo migliorerà il futuro dell’assistenza ai pazienti» ha dichiarato Richard J. Baron, presidente della Fondazione Abim (American Board of Internal Medicine) che ha lanciato la campagna Choosing Wisely.
Le cinque nuove raccomandazioni
– Evitare l’uso di routine del movimento passivo continuo (Cpm) dopo la protesi di ginocchio. Nella prima fase di riabilitazione dopo interventi alle articolazioni, la terapia Cpm fornisce un movimento passivo, che viene talvolta effettuato con l’obiettivo di ridurre il dolore post-operatorio e le probabilità di infiammazione. Gli studi disponibili offrono però una forte evidenza del fatto che i risultati chirurgici nei pazienti che hanno utilizzato il movimento passivo continuo non sono migliori di quelli che non lo hanno utilizzato.
– Evitare di eseguire di routine l’artroscopia con lavaggio e debridement nei pazienti con diagnosi primaria di artrosi sintomatica del ginocchio. Il debridement artroscopico viene utilizzato come alternativa alla chirurgia protesica o osteotomica nel breve e medio termine, al fine di ottenere un miglioramento della sintomatologia. Gli studi disponibili però non dimostrano un beneficio clinico della procedura a fronte anche dei potenziali rischi associati all’intervento chirurgico.
– Non trasfondere i pazienti asintomatici con frattura post-operatoria dell’anca con emoglobina superiore a 8 g/dl. L’emoglobina contiene l’ossigeno necessario ai tessuti, ma nella maggior parte dei casi l’organismo è in grado di aumentare la cessione di ossigeno regolando la gittata cardiaca. Studi sono stati effettuati per determinare le condizioni in cui la trasfusione di emoglobina è opportuna.
– Evitare l’uso di routine della terapia fisioterapica dopo il rilascio del tunnel carpale. Gli studi disponibili non hanno evidenziato benefici né dei programmi di esercizi supervisionati, né di quelli domiciliari.
– Evitare l’uso di routine di oppioidi per il trattamento dell’osteoartrosi del ginocchio, dell’osteoartrosi dell’anca, della lombalgia o delle lesioni della cuffia dei rotatori. La terapia con oppioidi è un approccio molto utilizzato per la gestione del dolore muscolo-scheletrico, ma non in tutte le situazioni i benefici e i rischi la giustificano.
Le cinque raccomandazioni pubblicate nel 2014
– Non effettuare di routine lo screening ecografico post-operatorio contro la trombosi venosa profonda (Tvp) nei pazienti sottoposti ad artroplastica elettiva di anca o di ginocchio.
– Non eseguire il lavaggio articolare con ago nei pazienti con osteoartrosi sintomatica del ginocchio allo scopo di dare un sollievo a lungo termine: la procedura non porta a miglioramenti misurabili del dolore e della funzione.
– Non somministrare glucosamina e condroitina per trattare i pazienti con osteoartrosi sintomatica di ginocchio.
– Non utilizzare le solette con cunei laterali per trattare i pazienti con osteoartrosi sintomatica del compartimento mediale del ginocchio: non migliorano dolore e funzione.
– Non fare uso dello splinting post-operatorio dopo il rilascio del tunnel carpale allo scopo di dare sollievo a lungo termine: non offre vantaggi a lungo termine nel range di movimento, presa o forza, né riduce i tassi di complicanze della ferita.
Sul sito web della campagna Choosing Wisely (www.choosingwisely.org) si trovano, oltre all’elenco delle raccomandazioni, anche i dettagli delle revisioni della letteratura che hanno condotto a queste conclusioni.
Giampiero Pilat
Giornalista Tabloid di Ortopedia