Prendere decisioni riguardo a quali protocolli o procedure seguire oppure quali test effettuare costituisce un processo che idealmente dovrebbe coinvolgere sia il medico che il paziente. Ma alcuni medici trovano difficoltà a parlare di test e trattamenti appropriati con i loro pazienti, e spesso sono questi ultimi a richiedere cure di cui potrebbero non avere bisogno.
Per favorire il dialogo tra pazienti e medici su quale terapia sia realmente necessaria, l’American academy of orthopaedic surgeons (Aaos) ha pubblicato una lista di cinque procedure che vengono comunemente seguite, ma non sempre sono necessarie. L’iniziativa fa parte della campagna Choosing Wisely, avviata negli Stati Uniti dall’American board of internal medicine (Abim), una fondazione istituita allo scopo di promuovere la professionalità medica nella pratica clinica.
«La nostra partecipazione a Choosing Wisely aiuterà a migliorare il dialogo tra medici e pazienti e, come tutti sappiamo, questa è la premessa necessaria per una terapia ottimale. Aaos – ha dichiarato Joshua J. Jacobs, che da poco ha lasciato la presidenza della società scientifica – ha investito notevoli risorse per sviluppare strumenti basati sull’evidenza, come l’emissione linee guida di pratica clinica e di criteri di uso appropriato (Auc) che riflettono la nostra esperienza nella cura dei disturbi muscolo-scheletrici. Questo crescente ventaglio di prodotti orientati a favorire la qualità aiuta a definire che cosa funziona e che cosa non funziona, sulla base di revisioni sistematiche della letteratura».
Anche in questo caso, infatti, la scelta dei cinque consigli è stata sviluppata dopo mesi di attente considerazioni e analisi delle evidenze presenti nei database medico-scientifici. Non si tratta di raccomandazioni assolute che il medico deve seguire sempre, ma piuttosto di argomenti che dovrebbero essere discussi con i pazienti.
Sono diverse decine le società mediche specialistiche americane e le associazioni che hanno aderito a Choosing Wisely e tutto fa prevedere che se ne aggiungeranno altre, fino a superare i 250 test o procedure giudicate inappropriate o almeno utilizzate in modo eccessivo in ambito medico.
Nel corso della campagna vengono anche realizzati strumenti, come linee guida di facile lettura, indirizzati ai pazienti perché possano comprendere le raccomandazioni emesse. Questi documenti spiegano le basi scientifiche che motivano certe decisioni cliniche, descrivono le opzioni tra le quali i pazienti possono effettuare una scelta e spiegano quali sono i rischi e i benefici di ciascun test. Si stanno inoltre preparando dei moduli interattivi, sviluppati in partnership con il Drexel University College of Medicine e con società specialistiche, espressamente studiati allo scopo di migliorare la comunicazione tra medico e paziente.
Le cinque procedure messe al bando
Da tempo è stato evidenziato che molti esami e molti trattamenti farmacologici e chirurgici largamente diffusi nella pratica medica non apportano reali benefici per i pazienti, anzi rischiano di essere dannosi. E il sovrautilizzo di esami diagnostici e trattamenti si dimostra un fenomeno sempre più diffuso e importante. Addirittura negli Usa si valuta che l’ammontare delle prestazioni che sono inefficaci e di conseguenza rappresentano uno spreco corrisponda ad almeno il 30% della spesa sanitaria.
Ma torniamo alla lista delle cinque principali procedure giudicate dall’Aaos come “inutili”.
1) Non eseguire, come esame di routine, lo screening ecografico post-operatorio contro la trombosi venosa profonda (Tvp) nei pazienti sottoposti ad artroplastica elettiva di anca o di ginocchio. Siccome l’ecografia non è efficace per diagnosticare una Tvp non sospettata e non esistono test alternativi appropriati, il suo utilizzo non è giustificato se non ci sono cambiamenti significativi nello stato clinico del paziente.
2) Non effettuare il lavaggio articolare con ago nei pazienti con osteoartrosi sintomatica del ginocchio allo scopo di dare un sollievo a lungo termine: non porta infatti a miglioramenti misurabili della sintomatologia dolorosa, della rigidità, del gonfiore, della funzionalità o della velocità nel camminare.
3) Non utilizzare glucosamina e condroitina per trattare i pazienti con osteoartrosi sintomatica di ginocchio, poiché non apportano giovamento ai pazienti.
4) Non utilizzare le solette con cunei laterali per trattare i pazienti con osteoartrosi sintomatica di ginocchio: non migliorano infatti la funzionalità né riducono il dolore. Il loro impiego, come quello di solette neutre, non riduce il dolore né offre miglioramenti funzionali. Una revisione sistematica ha fornito solamente un’evidenza limitata riguardo all’efficacia per i cunei laterali per tallone e le ortesi correlate. C’è inoltre la possibilità che chi non li utilizza possa soffrire di sintomi minori.
5) Non fare uso dello splinting post-operatorio dopo la liberazione del tunnel carpale allo scopo di dare sollievo a lungo termine. L’utilizzo routinario di questa tecnica non ha prodotto nessun beneficio in termini di forza di presa o di pinza; non ha inoltre avuto effetti su tassi di complicanze, outcome soggettivi o soddisfazione del paziente. I medici possono prescrivere lo splint per proteggere temporaneamente il polso in ambiente di lavoro, ma devono essere consapevoli che non esistono criteri oggettivi per un loro utilizzo appropriato e che possono invece causare la formazione di aderenze, rigidità e limitazione al movimento di nervi e tendini.
Scarica le linee guida Aaos sulle procedure inutili in ortopedia (pdf)