
Daniele Checcarelli
Dai traumi sportivi alla terapia riabilitativa: sono molteplici le applicazioni della laserterapia multifrequenza. Sedute di pochi minuti bastano a garantire gli effetti terapeutici. Eccellenti i risultati nella guarigione delle lesioni muscolari
Riduzione del dolore e dell’infiammazione, promozione dei processi riparativi tissutali: sono queste le principali prerogative della laserterapia, trattamento sempre più impiegato in medicina della riabilitazione, particolarmente tollerato dal paziente.
Nell’ambito delle terapie fisiche e degli approcci riabilitativi la laserterapia multifrequenza è indicata nel trattamento mirato di patologie localizzate che necessitano di una risposta rapida e si pone come valida alternativa a terapie farmacologiche o maggiormente invasive. «Sicuramente è nella guarigione delle lesioni muscolari che la laserterapia riesce a dare il meglio di sé» ci ha spiegato Daniele Checcarelli, fisiatra presso il dipartimento di riabilitazione Usl Umbria 2, componente della commissione medica della Federazione italiana tennis (Fit) e membro dello staff medico della squadra nazionale femminile di tennis in Fed Cup.
A Checcarelli abbiamo chiesto di farci una panoramica delle applicazioni terapeutiche del laser.
Dottor Checcarelli, per quali patologie può essere impiegata la terapia laser e quali vantaggi garantisce?
La laserterapia costituisce per il fisiatra una metodica efficace nel trattamento delle patologie dell’apparato locomotore e le applicazioni in medicina fisica e riabilitativa sono molteplici. Tra le patologie che possiamo trattare si annoverano tendinopatie, lesioni muscolari, lesioni legamentose parziali, edemi post-traumatici, meniscopatie capsulo-murali, algie della colonna cervicale e lombare. Tale soluzione terapeutica costituisce un’innovazione nel trattamento della lombosciatalgia e della cervicobrachialgia da ernia discale: in questi ultimi casi l’efficacia è ottenuta grazie al potente effetto antinfiammatorio e antidolorifico della metodica. I risultati ottenuti nelle radicolopatie sono eccellenti.
Ad oggi si fa ricorso prevalentemente all’innovativa laserterapia multifrequenza, in cui più lunghezze d’onda garantiscono tutti gli effetti terapeutici possibili simultaneamente, mentre l’elevata potenza che la caratterizza assicura la biostimolazione in profondità. Uno dei vantaggi è rappresentato dalla rapidità di esecuzione del trattamento: nella maggior parte dei casi la seduta ha una durata di pochi minuti, sufficienti a trasferire energia ai tessuti e quindi a ottenere gli effetti terapeutici. Un altro vantaggio è la riduzione dei tempi di guarigione, con un recupero funzionale più rapido grazie agli effetti antinfiammatorio, antalgico e biostimolante. Anche la possibilità di trattare patologie nella fase acuta e iperacuta, impiegando specifiche modalità di emissione, consente di utilizzare questa tecnica in quelle condizioni in cui il calore rappresenta una controindicazione assoluta.
Ulteriore peculiarità della laserterapia è rappresentata dalla possibilità di trattare con successo casi “border line” come le meniscopatie capsulo-murali e le radicolopatie da ernia del disco, senza necessità di ricorrere a trattamenti invasivi.
Ci conferma che tale soluzione terapeutica è particolarmente usata anche per limitare i danni causati da traumi sportivi?
Assolutamente sì, infatti la metodica è divenuta famosa nel mondo dello sport professionistico per venire incontro alle esigenze degli atleti impegnati in competizioni di alto livello, spesso con numerose prestazioni concentrate in un breve periodo, per cui è necessario garantire risultati nel minor tempo possibile. In seguito, l’utilizzo si è diffuso anche in riabilitazione e reumatologia.
Alla base degli effetti biologici, e in particolare della biostimolazione, si ha l’interazione tra energia e tessuti: alcuni fotoni di luce nell’attraversare questi ultimi vengono assorbiti, determinando così una reazione fotochimica responsabile dell’effetto terapeutico. Importante è la produzione di adenosina trifosfato attraverso la stimolazione della membrana mitocondriale e la promozione della sintesi proteica da parte del reticolo endoplasmatico.
L’effetto antalgico è indotto dalla inibizione dei recettori del dolore e dall’innalzamento della soglia algica; altri effetti terapeutici sono la riduzione dell’edema, attraverso l’attivazione dei piccoli vasi, e l’effetto antinfiammatorio, grazie alla regolazione delle prostaglandine e delle cellule infiammatorie. Si comprende quindi come tale metodica sia particolarmente adatta nella traumatologia sportiva essendo in grado di ridurre al minimo i tempi di recupero.
Una grande novità è data dalla possibilità di trasferire in profondità energia di biostimolazione con elevata densità di potenza senza che si verifichi surriscaldamento superficiale. Ecco quindi la grande ricaduta applicativa in traumatologia sportiva che consente di trattare alcune condizioni acute post-traumatiche, come ad esempio le distorsioni della caviglia.
Senza dubbio è nella guarigione delle lesioni muscolari che la laserterapia riesce a dare il meglio di sé, portando a risultati strabilianti in termini di rapidità, guarigione e qualità del tessuto muscolare rigenerato, evitando spiacevoli complicanze quali fibrosi, falde fluide o calcificazioni. Ovviamente il trattamento con laser deve rispettare protocolli rigorosi e la metodica deve essere inserita in un approccio globale insieme alle opportune tecniche riabilitative specifiche.
Quali accorgimenti adottare nell’esecuzione di queste terapie?
È importante porre una diagnosi corretta e trattare solo le patologie che hanno indicazione alla laserterapia. Il trattamento con laser multifrequenza dovrebbe essere eseguito da un medico specialista o sotto il suo stretto controllo. Fondamentale anche un’approfondita conoscenza dell’anatomia delle strutture e l’utilizzo degli stessi accessi anatomici della chirurgia per poter ottenere biostimolazione in profondità.
Dopo aver accuratamente visitato il paziente ed effettuato una diagnosi precisa è indispensabile seguire protocolli di trattamento specifici e standardizzati per ogni patologia. Solitamente per ottenere risultati positivi è sufficiente un ridotto numero di sedute della durata di pochi minuti, a cui deve seguire un programma riabilitativo personalizzato per rendere il recupero stabile ed eliminare le disfunzioni che hanno contribuito all’insorgenza della patologia.
Vincenzo Marra
Giornalista Tabloid di Ortopedia