L’antibiotico-resistenza è una problematica che non si è attenuata durante l’emergenza Covid. Lo ha sottolineato Pierangelo Clerici, presidente dell’Associazione microbiologi clinici italiani (Amcli) e della Federazione delle società scientifiche italiane nel settore della medicina di laboratorio (FismeLab) durante un webinar organizzato da Motore Sanità.
«Al momento molti dei decessi da Covid, circa il 30%, presentavano anche microrganismi multiresistenti. Pertanto si dovrà indagare la concausa di aggravamento sino alla morte di questi pazienti per patogenesi legati ad eventuali infezioni sostenute da questi microrganismi multiresistenti. Non possiamo distinguere ogni singolo decesso da cosa è stato causato, ma sicuramente uno dei possibili fattori può essere anche l’insufficienza grave d’organo dovuta a molteplici fattori, tra i quali la presenza di microrganismi multiresistenti».
Dati che meritano un’indagine nazionale al fine di individuare la reale incidenza di infezioni sostenute da microrganismi multiresistenti in pazienti affetti da Covid. «Queste percentuali di multiresistenze – ha proseguito l’esperto – si allineano con quelle riscontrate anche prima del Covid e sottolineano la gravità della situazione riguardante le infezioni correlate all’assistenza e le antibiotico-resistenze anche a livello internazionale».
Per questo gli esperti riuniti nel webinar, che ha rappresentato l’ultima tappa del progetto Icarete sulla lotta alle infezioni correlate all’assistenza, sottolineano l’importanza di dare un rapido accesso e valorizzare le nuove terapie antibiotiche che potrebbero fare la differenza.
Andrea Peren
Giornalista Tabloid di Ortopedia