I dati presentati da un recente studio canadese hanno messo in evidenza come solo la metà dei pazienti che soffrono di artrite e che si sono sottoposti a un intervento di artroplastica totale di anca o di ginocchio hanno riscontrato un significativo miglioramento del dolore e della mobilità dopo l’operazione.
«Molti pazienti con artrite dell’anca e del ginocchio presentano tale condizione in più di un’articolazione, che sia anca o ginocchio – ha affermato Gillian Hawker, autrice principale dello studio –. Quindi non è sorprendente che la sostituzione di una singola articolazione non sia in grado di alleviare completamente il dolore e la disabilità: i pazienti possono avere bisogno di interventi chirurgici successivi per massimizzare i benefici della sostituzione dell’articolazione».
Lo studio clinico, pubblicato sulla rivista Arthritis & Rheumatism, è stato condotto dall’Institute for Clinical and Evaluative Sciences (Ciem), organizzazione canadese no-profit indipendente che dal 1992 conduce ricerche che mirano a valutare in modo imparziale la qualità dell’assistenza e dei servizi sanitari dell’Ontario (Canada) per fornire una comprensione più chiara delle esigenze della popolazione, in collaborazione con il Women’s College Hospital, ospedale di insegnamento e ricerca affiliato all’Università di Toronto (ateneo che vanta numerose scoperte che hanno segnato la storia della medicina) che da oltre cent’anni si dedica a progressi rivoluzionari nell’ambito della sanità volti ad aumentare la salute della popolazione attraverso la ricerca e l’applicazione delle scoperte.
La ricerca ha preso in considerazione una coorte di 2.400 pazienti con osteoartrosi e artrite infiammatoria in Ontario. Quasi 480 avevano una protesi di anca o di ginocchio e dei 202 pazienti inclusi nello studio solo la metà (53,5%) ha riferito un miglioramento significativo relativo al dolore complessivo di anca e ginocchio e alla disabilità a distanza di uno o due anni dall’intervento. I ricercatori hanno riscontrato che i pazienti con i sintomi più dolorosi al ginocchio o all’anca, ma con meno problemi di salute generale e che non soffrivano di artrite in altre sedi diverse da quelle dell’articolazione sostituita, erano più propensi a segnalare i benefici.
Secondo gli autori, quasi l’83% dei partecipanti allo studio presentava almeno due punti, tra anca o ginocchia, con problemi. In generale, si stima che il 25% dei pazienti che si è sottoposto a una singola sostituzione dell’articolazione si sottoporrà a un altro intervento sostitutivo riguardante un’altra articolazione, di solito l’altra anca o l’altro ginocchio, entro due anni.
«Mentre la richiesta di intervento di sostituzione è aumentata con l’invecchiamento della popolazione, i medici non dispongono di una serie di criteri stabiliti per aiutare a determinare quali pazienti potranno trarre beneficio da un intervento chirurgico e a che punto durante il corso della malattia» ha commentato Gillian Hawker, primario del College Women Hospital e scienziato presso l’Ices. «In qualità di medici abbiamo il compito di svolgere un lavoro migliore con trattamenti mirati per il paziente giusto, al momento opportuno e da parte del giusto operatore».
L’artrite è una delle principali cause di disabilità in Canada. Secondo l’Arthritis Society, in Canada il danno articolare da artrosi è responsabile di oltre l’80% di protesi d’anca e del 90% di interventi chirurgici al ginocchio.
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