Si moltiplicano le esperienze di chirurgia robotica in ortopedia, che arriva ora anche all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. In maggio è stato eseguito per la prima volta al Rizzoli un intervento di chirurgia protesica assistita dal robot; a operare è stato il professor Cesare Faldini, direttore della Clinica ortopedica I, con la sua equipe.
«Come spesso accade con le nuove tecnologie, la chirurgia assistita dal robot promette ottimi risultati, ma ha anche qualche limite – spiega Faldini –. Consente un allineamento protesico molto accurato, ma richiede un maggior tempo operatorio. È quindi uno strumento utile, da impiegare in pazienti selezionati, per esempio quando l’anatomia articolare risulta compromessa a seguito di gravi traumi.
È bene ricordare che il successo di una procedura chirurgica come la sostituzione protesica di un’articolazione passa attraverso l’esperienza di un’intera equipe, che comprende l’anestesia e la terapia antalgica, la chirurgia, la riabilitazione e il servizio di assistenza. È solo attraverso un sistema integrato di competenze che una nuova tecnologia come la robotica deve essere considerata come un ulteriore sviluppo della tecnologia in ambito chirurgico, capace di affiancare all’esperienza del chirurgo la precisione della macchina».
L’utilizzo del robot in sala operatoria non sostituisce il chirurgo, ma rappresenta uno strumento in più a sua disposizione. È il chirurgo infatti a eseguire prima dell’intervento un’accurata pianificazione del posizionamento della protesi. Il robot è un braccio meccanico, collegato a un computer nel quale sono state inserite le immagini Tac del paziente: durante l’intervento eseguito dal chirurgo con il robot, quest’ultimo identifica i punti di taglio dell’osso con estrema precisione avvalendosi di un navigatore tridimensionale.
Andrea Peren
Giornalista Tabloid di Ortopedia