Da alcuni anni si sta affermando, in ambito infiltrativo, l’impiego del collagene idrolizzato come diverso approccio rispetto ai prodotti più tradizionali per il trattamento della sintomatologia dolorosa e della perdita di funzionalità delle articolazioni e delle strutture muscolo-tendinee e legamentose.
Il collagene è la componente principale dei tessuti interessati e, veicolato in situ in forma idrolizzata, ha la proprietà di diffondersi rapidamente nel sito di iniezione fornendo quelli che possono essere definiti dei building blocks che vanno a rinforzare la matrice danneggiata.
Ecco le opinioni di alcuni medici afferenti a diverse specializzazioni, ma accomunati dall’aver maturato esperienza nell’utilizzo del collagene idrolizzato nelle sue diverse indicazioni d’uso.

Fabio Baraldo, algologo presso l’Ospedale Cottolengo di Torino
Dottor Baraldo, in quale contesto impiega il collagene idrolizzato e con quali finalità?
La mia esperienza si è concentrata nel trattamento di artrosi del ginocchio di media gravità (grado 2-3 di Kellgren-Lawrence). In questi pazienti ho seguito un protocollo di tre infiltrazioni con il collagene idrolizzato ChondroGrid (Bioteck) al tempo 0, 15 giorni e 45 giorni e il risultato che ho ottenuto è stato molto soddisfacente.
Il dolore percepito, a riposo e in movimento, scende molto rapidamente e in maniera consistente sin dal primo trattamento. Ad oggi non rivedo i pazienti prima di almeno un anno dalla fine della terapia, segno di un mantenimento dei risultati ottenuti nel tempo. Questo risultato, inatteso se confrontato con altre tipologie di prodotto, è però di conferma a quanto riportato in letteratura nel 2020 da un gruppo di ricerca italiano, dove l’efficacia del collagene idrolizzato nel ginocchio è stata vista fino a oltre sei mesi dall’ultimo trattamento.

Matteo Buda, ortopedico presso l’Ospedale Madre Teresa di Calcutta di Monselice (Padova)
Dottor Buda, cosa l’ha portata a utilizzare il collagene idrolizzato nel trattamento di questa patologia?
L’impiego di prodotti per uso infiltrativo può dare un importante contributo al miglioramento del comfort per il paziente affetto da tendinopatia. Purtroppo ad oggi le diverse tipologie di acidi ialuronici hanno dato risultati contrastanti in tal senso e l’impiego di derivati autologhi come il Prp non è sempre possibile, oltre a mostrare i suoi benefici dopo un tempo piuttosto lungo dall’avvio della terapia.
In questo contesto il collagene idrolizzato sta dando prova di avere un effetto sin dalla prima somministrazione nella riduzione della sintomatologia dolorosa e, di conseguenza, nel miglioramento della funzionalità.

Sabri Dlimi, chirurgo della spalla presso diverse strutture private del Veneto
Dottor Dlimi, quali sono le indicazioni di utilizzo del collagene idrolizzato nelle tendinopatie della spalla?
Senza dubbio evito le lesioni complete della cuffia dei rotatori e la tendinite calcifica, per le quali il trattamento infiltrativo non è la soluzione più efficace. Mi concentro invece sulle tendinopatie semplici o con lesione parziale del tendine, dove l’apporto di peptidi di collagene può dare un importante rinforzo alle strutture coinvolte.

Stefano Di Fabio, responsabile della Chirurgia della spalla dell’Ospedale San Martino di Belluno
Dottor Di Fabio, quali sono i risultati nei pazienti più giovani, che possono avere maggiori richieste a livello funzionale?
Ad oggi la maggior parte dei pazienti che ho trattato è tra i 40 e i 50 anni, nel pieno della propria attività lavorativa. Anche per loro il risultato è stato molto positivo.
Ad oggi posso dire che i benefici ottenuti si mantengono pressoché stabili a più di cinque mesi dall’ultima infiltrazione. Naturalmente sto continuando il monitoraggio al fine di verificare se la durata dell’efficacia possa prolungarsi ulteriormente.

Silvana Giannini, specialista in Radiodiagnostica presso la Villa Stuart Sports Clinic di Roma
Dottoressa Giannini, come viene impiegato il collagene idrolizzato e con che risultati nell’ambito della medicina sportiva?
A seguito di traumi muscolari si vanno spesso a generare delle lesioni che portano a esiti cicatriziali, con conseguente formazione di tessuto fibroso. Il protocollo clinico prevede una riabilitazione fisioterapica, spesso scarsamente risolutiva se non integrata da procedura infiltrativa e trattamento con prodotti che vadano a supportare un riequilibrio fisiologico delle fasce muscolari.
Il collagene idrolizzato ChondroGrid (Bioteck), veicolato nel sito della lesione sotto guida ecografica, sta dando evidenze di agire in tal senso, oltre a dare un’importante riduzione del dolore sin dalle prime infiltrazioni. Anche nell’ambito della medicina sportiva posso affermare che il collagene idrolizzato sia un approccio versatile a diverse problematiche che interessano le articolazioni, il comparto capsulo-ligamentoso, il distretto muscolo tendineo e merita ulteriori approfondimenti.