Quella dell’artroscopia è una storia di successo: la tecnica è efficace nel trattamento di numerose condizioni, eppure non è sempre una panacea. È noto per esempio che i suoi benefici clinici sono particolarmente discutibili nei pazienti con osteoartrosi, anche quando i chirurghi intervengono sul ginocchio, l’articolazione per il cui trattamento l’artroscopia è nata e in cui permette normalmente di ottenere eccellenti risultati clinici.
Estesa ad altre articolazioni, emergono altre limitazioni. In un recente studio pubblicato su The Lancet, David Beard della University of Oxford non ha rilevato evidenze cliniche a supporto della reale efficacia della decompressione artroscopica nel ridurre il dolore alla spalla dei pazienti affetti da sindrome da conflitto sub-acromiale, o almeno non più di quanto possa fare una chirurgia placebo.
Pulizia della borsa, resezione della superficie inferiore dell’acromion anteriore e resezione del legamento coraco-acromiale realizzano la decompressione subacromiale, ma già da qualche tempo si nutrivano dubbi sulla sua maggiore validità rispetto agli approcci conservativi. Per fare chiarezza, Beard e i suoi colleghi hanno realizzato uno studio multicentrico pragmatico, randomizzato e controllato con placebo, con l’aiuto di 51 chirurghi operanti in 32 ospedali britannici. I pazienti inclusi nello studio sono stati suddivisi in tre gruppi: 106 di loro hanno ricevuto un intervento chirurgico di decompressione, 103 un’artroscopia solo esplorativa, senza rimozione di tessuti, mentre gli altri 104 non sono stati trattati chirurgicamente. Tutti i partecipanti sono stati seguiti per un anno e in particolare hanno risposto a questionari, somministrati a sei e dodici mesi dalla randomizzazione, che hanno rilevato l’evoluzione dei sintomi, specialmente dell’intensità del dolore.
In realtà, tutti i pazienti hanno fatto registrare miglioramenti rispetto all’inizio della sperimentazione; nei due gruppi sottoposti ad artroscopia (sia terapeutica che placebo) i risultati relativi al dolore alla spalla e alla funzionalità sono stati leggermente migliori rispetto ai soggetti non trattati, ma la differenza è stata talmente piccola che non è stata considerata rilevante dal punto di vista clinico e gli autori suppongono che possa comunque essere dovuta agli effetti benefici della fisioterapia post-operatoria. Infatti, può essere considerato un limite dello studio britannico il fatto che i pazienti non operati non siano neppure stati sottoposti a un trattamento fisioterapico, che avrebbe potuto migliorare ulteriormente la loro sintomatologia. È inoltre da rilevare che non si è registrato nessun beneficio aggiuntivo nei pazienti operati con decompressione rispetto a quelli che hanno ricevuto solo una artroscopia esplorativa. «Si pone dunque la questione dell’effettiva validità di questo intervento – afferma Beard – e queste considerazioni dovrebbero essere discusse con il paziente con impingement durante il processo decisionale in cui si sceglie il trattamento più indicato».
Renato Torlaschi
Giornalista Tabloid di Ortopedia
1. Beard DJ, Rees JL, Cook JA, Rombach I, Cooper C, Merritt N, Shirkey BA, Donovan JL, Gwilym S, Savulescu J, Moser J, Gray A, Jepson M, Tracey I, Judge A, Wartolowska K, Carr AJ; CSAW Study Group. Arthroscopic subacromial decompression for subacromial shoulder pain (CSAW): a multicentre, pragmatic, parallel group, placebo-controlled, three-group, randomised surgical trial. Lancet. 2017 Nov 20. pii: S0140-6736(17)32457-1.
2. Schreurs BW, van der Pas SL. No benefit of arthroscopy in subacromial shoulder pain. Lancet. 2017 Nov 20. pii: S0140-6736(17)32874-X.