
Da sinistra, Matteo Giachino e Alessandro Rava
A Torino i medici in formazione dell’Aisot, in un congresso organizzato dagli specializzandi per gli specializzandi, si aggiornano sulla gestione del politraumatizzato con l’aiuto dei chirurghi più esperti e qualificati
Si tiene a Torino (Centro congressi Torino Incontra) venerdì 31 maggio e sabato 1 giugno il congresso nazionale 2019 dell’Associazione italiana specializzandi in ortopedia e traumatologia (Aisot), all’interno del quale si farà il punto sui modelli organizzativi e la clinica del paziente politraumatizzato, dalla sua gestione in acuto al trattamento degli esiti, fino alle complicanze.
A presiedere l’evento sono due giovani medici che si stanno specializzando in ortopedia e traumatologia nel capoluogo piemontese, Matteo Giachino e Alessandro Rava (vice presidente Aisot): «Questo tema – affermano – è di enorme rilevanza per noi: sia perché la Scuola di specializzazione di Torino prevede nel suo percorso formativo un periodo di almeno due anni presso un centro traumatologico di assoluto livello come il Cto di Torino, sia perché da prossimi ortopedici specialisti ci troveremo in prima persona a dover gestire un problema complesso come il paziente politraumatizzato».
Dottor Rava e dottor Giachino, alla vostra prima esperienza come presidenti di un congresso, che impostazione avete scelto?
Insieme a tutto il comitato scientifico – un particolare ringraziamento va ai colleghi Federico Bertolo, Nathalie Bini e Anna Palazzolo – e con l’appoggio dei professori Alessandro Massè, Filippo Castoldi e Roberto Rossi, abbiamo deciso di affrontare questo tema con un approccio che fosse quanto più possibile moderno e multidisciplinare. Si è deciso quindi di dedicare spazio inizialmente all’inquadramento di questo vero proprio universo, la gestione del paziente politraumatizzato, fondato sulla collaborazione di più professionisti. Il professor Osvaldo Chiara, assoluta autorità del settore, ci insegnerà i segreti dell’organizzazione di un trauma system all’avanguardia.
Lo svolgimento del congresso prevedrà dunque un lungo viaggio multidistrettuale che tratterà differenti problematiche concrete, attuali, di interesse quotidiano e con un grande riscontro pratico. Ci saranno relazioni, discussioni di casi clinici, workshop e molto altro.
I chirurghi che si sono offerti di partecipare al congresso sono di altissimo livello: Pietro Regazzoni (AO Foundation), Marco Berlusconi (presidente AO Italia), Pietro Maniscalco, Francesco Benazzo, Massimo Mariconda e molti altri. Loro avranno il compito di guidarci all’interno del nostro primo obiettivo: essere un congresso di specializzandi rivolto agli specializzandi. L’idea di base è infatti quella di creare un dialogo costruttivo e stimolante che possa risultare realmente utile per i partecipanti, i quali idealmente potranno tornare a casa con dei messaggi chiari e sfruttabili nel lavoro quotidiano.
Con quali responsabilità affrontate un’evenienza complessa come il politrauma?
Il politrauma è l’evento più complesso da affrontare nel quotidiano. Essere “pronti” è molto difficile perché gli scenari sono molteplici e mai banali.
Fortunatamente è un problema che nessuno si troverà ad affrontare da solo. Il Trauma Team è la base di tutto, ovvero una vera e propria squadra costituita da diversi professionisti, e ognuno con un determinato compito e ruolo. Come in ogni squadra si vince solo se si resta tutti uniti.
Come giudicate la qualità dell’aggiornamento professionale rivolto agli specializzandi?
Le occasioni di aggiornamento professionale rivolte esclusivamente agli specializzandi sono rare. Solitamente, per quanto riguarda i congressi e i corsi di formazione, la nostra figura professionale viene sovrapposta a quella del professionista. Questo approccio, anche se molto apprezzato, a volte può risultare controproducente, con corsi o congressi poco fruibili. Per questo motivo Aisot ha un ruolo importante nella crescita del medico in formazione specialistica, in arte “specializzando”.
Come Aisot partecipate a tanti congressi, ma che tipo di modalità formativa cercate?
Aisot è ad oggi una grande realtà, capitanata dal presidente Leonardo Puddu con i vice Eugenio Jannelli e Alessandro Rava. La presenza dell’associazione e dei suoi soci ai maggiori congressi nazionali è oramai capillare. Per esempio, durante l’ultimo congresso nazionale Siot di Bari, grazie all’appoggio del professor Biagio Moretti, gli specializzandi non solo hanno partecipato attivamente come relatori, ma anche come moderatori.
Premesso che il tempo speso in formazione è sempre ben impiegato e che le attività formative sono tutte egualmente importanti, preferiamo attività pratiche che ci permettano di apprendere più rapidamente o approfondire quelli che sono i gesti chirurgici quotidiani. Comunque, anche i congressi tradizionali sono necessari e sempre fonte di arricchimento. Nessuno di noi ha acquisito la patente per la macchina senza la teoria, ma nemmeno senza la pratica. Le due cose devono andare di pari passo. Pur essendo fisiologico che un giovane chirurgo abbia grande entusiasmo per il suo lavoro e abbia propensione verso i corsi pratici, non bisogna mai dimenticare che un ottimo risultato chirurgico parte da una corretta indicazione.
I giovani medici che scelgono di specializzarsi in ortopedia sono pochi, per quali ragioni?
La domanda è difficile. In realtà, al momento attuale, tutte le borse bandite dallo Stato vengono assegnate. Questo ovviamente ci dice che la domanda per lo meno pareggia l’offerta. Sicuramente, considerando la totalità degli studenti di medicina, solo una piccola parte decide di intraprendere questa specializzazione.
Il motivo probabilmente risiede nel fatto che l’ortopedico-traumatologo ricopre diversi ruoli in ambiti molto differenti. Soprattutto è un chirurgo che lavora nell’emergenza-urgenza. Perciò vanno considerati turni intensi, week-end e festività, il tutto con un grosso peso sulle spalle e con anche qualche dispiacere in ambito medico legale.
Renato Torlaschi
Giornalista Tabloid di Ortopedia