La protesi totale di ginocchio è ormai un intervento di routine, in grado di migliorare la mobilità e la qualità di vita dei pazienti con osteoartrosi o artrite reumatoide, ma si associa a dolore post-chirurgico, da moderato a severo, in una percentuale consistente di casi.
Il blocco del nervo femorale è una tecnica a cui si ricorre per indurre anestesia regionale dopo la protesi di ginocchio, ma alcuni studi riportano che spesso non basta per evitare che alcuni pazienti provino forti dolori. Spesso dunque il blocco del nervo femorale viene integrato con altre procedure e, tra le opzioni principali, figurano il blocco del nervo sciatico e l’analgesia per infiltrazione locale che consiste nell’infiltrazione di una miscela di anestetici nei tessuti di tutto il campo chirurgico per ottenere un controllo del dolore soddisfacente con poco disturbo fisiologico.
Non esiste però un’opinione condivisa su quale sia il metodo preferibile in aggiunta al blocco del nervo femorale e un gruppo di ricercatori dell’Università di Zhejiang, nella Cina orientale, hanno deciso di esplorare la letteratura scientifica per avere indicazioni in merito.
Sette studi clinici, condotti su un totale di 615 pazienti, sono stati inclusi nella metanalisi.
Al controllo effettuato 12 ore dopo l’intervento, la combinazione dei blocchi dei nervi, sciatico e femorale, rispetto all’analgesia per infiltrazione locale abbinata al blocco femorale, ha comportato una maggiore riduzione negli score del dolore, per una media di quasi sette punti su una scala Vas che ne comprendeva 110, ma il divario è sceso a meno di due punti e mezzo al controllo delle 48 ore: secondo i ricercatori cinesi non si tratta di una differenza significativa dal punti di vista clinico. Inoltre non si è notata alcuna differenza nel dolore rilevato a 24 ore e anche gli altri parametri misurati, flessione attiva del ginocchio, consumo di morfina a 24 e 48 ore, durata dell’ospedalizzazione, nausea e vomito post-operatori, non hanno consentito di discriminare in modo netto tra le due soluzioni.
Gli autori fanno notare che, all’efficacia lievemente superiore del doppio blocco dei nervi in termini di analgesia, si associano maggiori rischi rispetto all’analgesia per infiltrazione locale e citano uno studio francese, per la verità un po’ datato, che riporta lesioni nervose periferiche di 2,9 ogni 10mila casi per la procedura di blocco del nervo femorale e di 2,4 per il blocco del nervo sciatico, mentre si avrebbero danni permanenti in 1,5 casi su 10mila.
Giampiero Pilat
Giornalista Tabloid di Ortopedia