Radiofrequency Ecographic Multi Spectrometry (Rems), la tecnologia ideata e brevettata dall’azienda pugliese Echolight (spin-off del Cnr di Lecce), sta diventando il punto di riferimento per la diagnosi strumentale dell’osteoporosi.
Nell’ottobre 2021, infatti, Rems è stata inserita nelle Linee guida ministeriali sulle fratture da fragilità e indicata come la tecnologia più idonea per la prevenzione delle fratture derivanti dall’osteoporosi. In uno studio indipendente di efficacia, sicurezza e sostenibilità economica condotto da Sda Bocconi, Rems ha vinto il confronto con il classico densitometro Moc/Dexa in virtù delle sue specifiche caratteristiche: al posto delle radiazioni ionizzanti emette degli innocui ultrasuoni, potendo così essere impiegato su donne in gravidanza, bambini e pazienti oncologici; si tratta poi di uno strumento leggero e facilmente trasportabile, che non richiede la presenza di un tecnico radiologo ed è di utilizzo estremamente intuitivo.
Tutte caratteristiche che hanno spinto la Società italiana di ortopedia e traumatologia (Siot) a considerarlo come l’apparecchio diagnostico più adatto agli ortopedici, con l’organizzazione di alcuni workshop in giro per le facoltà di medicina del nord, centro e sud Italia.
L’ultimo riconoscimento è arrivato dalla Radiological Society of North America (Rsna), che nel suo meeting 2022 che si è svolto a Chicago i primi di dicembre ha sancito il successo internazionale di questo medical device italiano che consente di misurare la densità minerale ossea attraverso una scansione ecografica, consentendo di indagare i siti anatomici assiali a maggior rischio di frattura come la colonna vertebrale e il femore. «Il mercato americano sembra essere maturo per adottare la nuova tecnologia Rems e questo rappresenta un ulteriore stimolo a proseguire lungo il percorso che in Italia ha ottenuto importanti riconoscimenti» ha detto l’ingegnere Sergio Casciaro, Ceo e fondatore della società Echolight Spa.
Intanto l’azienda sta lavorando per sviluppare un progetto anche sulla parte muscolare: «ci stiamo focalizzando sui pazienti che hanno un’instabilità muscolare, perché le fratture possono avvenire non solo perché si hanno le ossa fragili, ma perché fragile può essere anche il muscolo – spiega Casciaro –. Come noto la sarcopenia accompagna l’osteoporosi, tanto che si parla di sarco-osteoporosi, patologia che trasforma in grasso le fibre muscolari, indebolendole e rendendole vulnerabili. C’è bisogno, quindi, di caratterizzare lo stato muscolare del paziente partendo dall’indagine su alcuni siti, in modo da avere indicatori quantitativi e per questo oggettivi. Ma stiamo anche sviluppando un’altra applicazione per ottenere la caratterizzazione della cartilagine per valutare l’osteoartrosi».