Una dieta altamente proteica non offre benefici significativi rispetto a un apporto moderato di proteine. È questa la conclusione di uno studio americano che ha valutato gli effetti della dieta e dell’allenamento di resistenza sulla salute in soggetti adulti di mezza età.
I ricercatori hanno valutato l’evoluzione di diversi parametri tra cui la forza, la massa muscolare, la pressione sanguigna e la tolleranza al glucosio in 50 uomini dai 40 ai 64 anni di età, in seguito a un programma di allenamento dedicato alla resistenza e strutturato in tre sessioni settimanali per dieci settimane.
Suddivisi in due gruppi, la metà dei partecipanti ha seguito un regime alimentare equilibrato, mentre gli altri una dieta ricca di proteine di origine animale, con l’aggiunta di carne di manzo. In particolare, i primi hanno consumato 1,2 grammi di proteine per chilogrammo di peso corporeo al giorno, mentre nel secondo gruppo l’apporto proteico quotidiano è salito a 1,6 grammi, una quantità doppia rispetto a quella consigliata dall’American food and nutrition board.
Gli autori hanno fatto notare come in passato sia stato veicolato un messaggio fuorviante agli americani, secondo il quale gli individui di mezza età avrebbero la necessità di consumare più proteine per contrastare la perdita di massa muscolare e di forza. Ma questo studio non ha confermato questa teoria, non rilevando differenze sostanziali nei parametri analizzati tra i due gruppi.
In un’ulteriore indagine i ricercatori hanno analizzato il microbiota intestinale all’inizio, dopo una settimana e alla fine della sperimentazione. Precedenti studi avevano scoperto che la sola dieta o il solo esercizio fisico possono alterare la composizione delle comunità microbiche nel tratto digerente e anche queste nuove analisi lo hanno confermato.
Se i miglioramenti nella forza, massa muscolare, tolleranza al glucosio, funzione renale e densità ossea in risposta all’allenamento sono stati simili tra i due gruppi di pazienti, il gruppo che ha consumato più proteine ha visto cambiamenti, già dopo una settimana, nella numerosità di alcuni microbi intestinali potenzialmente dannosi.
«Riceviamo spesso consigli per un’alimentazione sana e consigli sul tipo di allenamento da svolgere, ma raramente queste due componenti vengono analizzate insieme» commentano gli autori dello studio. In questo caso, si sono confermati i benefici indotti dall’attività fisica ma non la necessità di assumere quantità eccessive di proteine: l’aggiunta alla dieta di un apporto proteico maggiore ha in realtà peggiorato la composizione del microbiota intestinale, che sempre più ricerche hanno individuato come fattore chiave per mantenere l’organismo in buona salute.
Renato Torlaschi
Giornalista Tabloid di Ortopedia