EXACTECH ITALIA_La protesi inversa di spalla ha dato nel tempo ottimi risultati clinici e il numero di impianti eseguito ogni anno è in costante aumento. Le indicazioni per questo tipo di protesi si ampliano sempre di più. Inizialmente utilizzata per pazienti con artrosi eccentrica con età superiore ai 70 anni, attualmente la sua indicazione è in costante crescita, estendendosi a pazienti di età sempre più bassa, affetti da fratture, artrosi, artriti o lesioni massive irreparabili della cuffia dei rotatori. Una delle problematiche da affrontare in questo tipo di chirurgia è la gestione dei difetti di glena che rappresentano una delle maggiori cause di fallimento dell’impianto protesico.
Nel trattare una usura glenoidea dobbiamo tenere in considerazione la sua eziologia, l’esame clinico del paziente e dell’entità del difetto che emerge dallo studio diagnostico della glenoide che deve essere effettuato tramite esami radiografici specifici e misurazioni TC per valutare l’entità, la morfologia e il grado di usura. Uno studio di valutazione dell’incidenza statistica della morfologia glenoidea riporta nel 62,5% dei casi una glenoide normale, nel 17,6% una glena con una usura posteriore, nel 9,3% una usura superiore, nel 6,5% una usura globale e nel 4,2% una usura anteriore.
Pertanto, nel 37,5% dei casi in cui vi è una erosione glenoidea a prescindere dal tipo abbiamo una medializzazione della linea articolare con un maggiore rischio di mobilizzazione della componente protesica, un maggiore rischio di instabilità, ridotto arco di movimento e un maggiore rischio di scapular notching.
In considerazione di queste molteplici problematiche il sistema protesico Equinoxe della Exactech ci viene incontro fornendo numerose soluzioni per affrontare con serenità queste problematiche. Attualmente Exactech ci fornisce base plate con augment posteriori, anteriori e superiori che ci consentono di correggere questi difetti, oltre a ciò un base plate con un cage più lungo di 10 mm, utile nel caso in cui abbiamo la necessità di effettuare un innesto osseo (fig. 1). Inoltre ci consente di contrastare l’effetto medializzante dell’usura fornendoci glenosfere expanded con diametro 38 e 42 mm lateralizzanti. Un ulteriore vantaggio che ci viene fornito dal sistema protesico Equinoxe è quello di avere a disposizione un base plate ellisoidale con asse maggiore longitudinale e asse minore antero-posteriore che rispetta le caratteristiche fisiologiche di una glena normale con sei fori che ci consentono di utilizzare sei viti a doppia stabilità e in diverse posizioni con la possibilità di essere inclinate fino a 30° (fig. 2). Quest’ultima possibilità ci fornisce l’ulteriore vantaggio di bloccare un eventuale innesto osseo direttamente attraverso il base plate senza utilizzare viti accessorie.
Fino a tre anni fa la nostra unica possibilità per correggere dei difetti di glena era quella di praticare innesti ossei fissati separatamente con viti alla glena nativa su cui poi impiantare la componente protesica in un sol tempo o in due tempi dopo aver aspettato l’attecchimento del trapianto stesso. Attualmente abbiamo la possibilità di utilizzare base plate con un design augmented che ci consente di correggere 8° di versione e contemporaneamente ci consente anche di ridurre l’entità dell’alesaggio corticale ad esempio anteriore nel tentativo di modificare una usura posteriore.
Per concludere forniamo un algoritmo terapeutico per la gestioni dei difetti di glena secondo la nostra esperienza; nel caso in cui abbiamo misurato tramite l’esame TC una retroversione glenoidea inferiore a 6° è consigliabile utilizzare il base plate normale e praticare se necessario una alesatura eccentrica.
Se la retroversione glenoidea misurata è compresa tra 6° e 11° è consigliabile utilizzare un base plate con augmented posteriore. Se la retroversione glenoidea misurata è compresa tra 12° e 18° è consigliabile utilizzare un base plate con augmented posteriore ed se abbiamo un buon bone stock associare una alesatura eccentrica. Se si ritiene che non vi sia un sufficiente bone stock per ottenere una buona fissazione dell’impianto all’osso è consigliabile utilizzare un innesto osseo autologo e un base plate con un cage expanded più lungo di 10 millimetri con in alternativa o associata una glena expanded se necessario.
Angelo Di Giunta, Guglielmo Nastrucci,
Alfonso Maria Romano, Massimiliano Susanna