Incidenti stradali, incidenti sul lavoro, interventi chirurgici, fratture, ricovero in ospedale e parto: pur essendo eventi molto differenti, hanno in comune un indubbio carattere traumatico. Solo i primi, tuttavia, hanno la particolarità di indurre dolori diffusi cronici in gran parte dei casi, secondo un recente studio condotto da Gareth T. Jones dell’università scozzese di Aberdeen con altri colleghi britannici e pubblicato da Arthritis Care & Research, la rivista dell’American college of rheumatology.
Il dolore cronico diffuso è definito tale quando è presente da almeno tre mesi e riguarda la metà destra e sinistra del corpo, sopra e sotto il punto vita e lo scheletro assiale. Spesso fonte di disabilità, questa condizione è, insieme al dolore evocato dalla palpazione di 11 su 18 tender point, il principale criterio di diagnosi della fibromialgia, una delle più frequenti ragioni per cui i pazienti si rivolgono a un reumatologo (seconda solo all’artrosi).
La ricerca dell’eziologia del dolore cronico diffuso ha suggerito numerosi fattori causali, come posture e gesti ripetuti in certe attività lavorative, stress psicologici somatizzati e traumi fisici di varia natura, «senza tuttavia fornire – fa notare Jones – robuste evidenze epidemiologiche».
Per questa ragione, il ricercatore scozzese ha progettato e condotto uno studio prospettico in cui 2.069 persone sono state tenute sotto osservazione per un periodo di quattro anni.
Un totale di 682 partecipanti – il 37,2% – ha riportato almeno un evento traumatico durante il follow-up, in proporzione complessivamente simile tra maschi e femmine, anche se gli infortuni sul lavoro e per incidenti stradali sono stati più frequenti tra gli uomini.
Durante i quattro anni, circa 12 partecipanti su cento hanno segnalato la comparsa di dolore cronico diffuso, percentuale in linea con altri studi effettuati in precedenza. Il passo successivo è consistito nel controllo, tra questi soggetti, della presenza di fattori potenzialmente confondenti; è a questo punto che è emerso il risultato più significativo dello studio: soltanto i traumi dovuti a incidenti stradali hanno prodotto un aumento del rischio di sviluppare dolore cronico diffuso. Tra le persone che ne sono state coinvolte, la probabilità è stata dell’84% superiore rispetto a chi non è stato vittima di un evento traumatico di questo tipo.
A un maggior livello di dettaglio, si è visto che la sintomatologia dolorosa si sviluppa più spesso in individui caratterizzati da uno stato di salute più precaria e che anche certe variabili di tipo psicologico hanno il loro peso. Questa rilevazione va a confermare il risultato di un altro studio che aveva mostrato come le persone con fibromialgia e grave dolore cronico diffuso tendessero ad attribuire l’insorgenza dei sintomi a un evento traumatico. «La percezione di questo nesso casuale e una sopravvalutazione degli eventi traumatici che lo hanno generato – secondo Jones – possono spiegare parzialmente i risultati ottenuti». Si tratterebbe dunque di un mix, le cui proporzioni sono ancora tutte da confermare, tra il reale effetto fisico prodotto dal trauma dell’incidente stradale e una forma di somatizzazione.