Il presidente della Fnomceo Filippo Anelli lo ha detto anche in televisione: ai microfoni di Striscia La Notizia ha promesso che dal 2020 ci saranno sanzioni per i medici che non si aggiornano con l’Ecm. A fine 2019 infatti termina la possibilità di conseguire i 300 crediti Ecm dei due trienni formativi 2014-2016 e 2017-2019. Secondo il numero uno della Fnomceo, ad oggi i non in regola sarebbero circa il 20% degli iscritti all’Albo.
«Interverremo anche su questo tema» ha detto il ministro della Salute Giulia Grillo il giorno dopo, perché l’Ecm «rappresenta un obiettivo della nostra legislatura e del mio mandato al ministero».
Per Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi, «in Italia l’ultimo triennio formativo Ecm (2014-2016) si è concluso con solo il 54% dei medici in regola; sebbene i numeri siano in crescita, di fatto, quasi la metà dei camici bianchi risulta ancora inadempiente: pochi anni fa ha fatto scalpore il caso delle migliaia di cancellazioni dall’Albo dei medici competenti proprio a causa del mancato rispetto dell’obbligo formativo. La strada per evitare di incorrere in meccanismi sanzionatori – riflette Tortorella – è sicuramente quella della formazione, in particolare attraverso le innovative modalità di formazione a distanza (Fad). Bisogna, però, aiutare i camici bianchi a investire nella loro professionalità attraverso incentivi e meccanismi premiali, anche a livello di carriera, per chi dimostra di essere in regola con l’obbligo Ecm».
In effetti se la motivazione principale del mancato aggiornamento risiede nella mancanza di tempo e nei costi da sostenere per partecipare agli eventi, il corso Fad può diventare una sorta di salvagente a cui aggrapparsi, almeno per raggiungere una “quota salvezza” di Ecm, che sarà completata dai corsi e congressi seguiti abitualmente da ognuno.
L’antefatto: la prima sanzione per mancato aggiornamento
A scatenare tutto è stata l’attualità: il caso di un odontoiatra sanzionato dall’Ordine di Aosta nel 2014 con la sospensione dall’esercizio della professione per sei mesi «per non aver assolto all’obbligo di aggiornamento e formazione professionale permanente, con ciò creando discredito alla professione». Cinque anni dopo la Commissione centrale esercenti le professioni sanitarie (Cceps), cui l’odontoiatra aveva fatto ricorso, ha confermato la sanzione, pur ridimensionandola perché giudicata eccessiva (l’odontoiatra aveva conseguito alcuni crediti Ecm e quindi svolto attività formativa, «seppur parzialmente e in maniera insufficiente»): tre mesi di sospensione dall’esercizio della professione.
La sanzione comminata dall’Ordine e confermata dalla Cceps arrivava dalla segnalazione di una paziente che accusava di aver subito nel 2011 una lesione a causa di condotta colposa del dentista. Una condotta, come abbiamo visto, riconducibile secondo l’Ordine di Aosta anche a una mancanza professionale: il parziale e insufficiente aggiornamento Ecm. «Il collega dal 1987 aveva conseguito soli 89,5 crediti, senza avvicinarsi al fabbisogno formativo – ha riferito Massimo Ferrero della Commissione albo odontoiatri della Fnmceo di Aosta –. Un mancato aggiornamento evidente e formalmente comprovabile».
Andrea Peren
Giornalista Tabloid di Ortopedia