Una nuova revisione sistematica della letteratura ha permesso di evidenziare come la genetica svolga un ruolo significativo nel modo in cui il nostro corpo risponde all’allenamento e ha anche portato all’identificazione di quegli specifici geni che possono influenzare i risultati di diversi tipi di attività fisica.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Plos One e guidata da esperti dell’Anglia Ruskin University di Cambridge, in Inghilterra, che hanno rilevato come i fattori genetici possano essere responsabili fino al 72% della variabilità osservata nelle prestazioni.
Gli autori sono giunti a questo risultato grazie a 24 studi selezionati per la metanalisi, per un totale di 3.012 partecipanti con età media di 28 anni che in precedenza non avevano mai partecipato a programmi di allenamento.
Sono stati considerati tre effetti specifici prodotti dall’attività fisica: la forza muscolare, l’efficienza cardiovascolare e la potenza anaerobica, tutti fattori chiave nel modellare la forma fisica, il benessere e la qualità della vita. Tutti i partecipanti hanno mostrato miglioramenti dopo un periodo di allenamento, ma in misura diversa, anche quando i programmi di esercizi erano esattamente gli stessi.
Le varianti genetiche hanno influito soprattutto sulla risposta all’allenamento aerobico cardiovascolare, misurata attraverso il test VO2max (massimo consumo di ossigeno) e, in misura minore, sull’efficacia degli esercizi finalizzati al miglioramento della potenza anaerobica, fondamentale per l’agilità e per i movimenti esplosivi richiesti da certe attività sportive. I risultati dell’allenamento sono stati anche influenzati da altri fattori, come il regime alimentare adottato, i tempi di recupero e le eventuali lesioni.
I geni possono presentarsi in forme alternative – denominate alleli – e il tipo di allele può influire sulla capacità del gene stesso nello svolgere le sue funzioni. I ricercatori inglesi hanno attribuito alla diversità degli alleli il fatto che l’allenamento risulti più o meno efficace. Il lavoro ha permesso di individuare 13 geni, i cui alleli sono particolarmente responsabili del benessere dell’organismo in relazione agli esercizi di allenamento cardiovascolare, di sviluppo della forza muscolare e della potenza anaerobica.
Il passo successivo potrebbe essere costituito dallo sviluppo di test genetici che consentano di diversificare i tipi di allenamento, adattandoli a ogni individuo in modo da risultare più efficaci. «I nostri risultati – ha affermato il coordinatore della revisione Henry Chung – sono interessanti soprattutto per coloro che hanno bisogno di ottenere miglioramenti in un breve periodo di tempo, come ad esempio i pazienti ospedalieri o gli sportivi d’élite, nei quali miglioramenti marginali possono rappresentare la differenza tra il successo e il fallimento».
Giampiero Pilat
Giornalista Tabloid di Ortopedia