Meglio prevenire che curare: con l’aumento delle aspettative di vita, gli esperti Efort sottolineano l’importanza di una migliore politica che agevoli ognuno a godere di una vita attiva fino alla vecchiaia. I programmi educativi in atto, fino dalla più tenera età, sono volti alla promozione di una maggiore consapevolezza del proprio fisico e di un maggiore slancio verso l’attività fisica, a prescindere dallo stato economico dei genitori. Per gli anziani, naturalmente, gli ambienti devono essere senza barriere e a prova di caduta.
Mantenersi in attività, movimento e salute nel corso della vita, insieme al contributo dell’ortopedia in una società che invecchia, sono i temi principali del 17° Congresso della Federazione europea delle associazioni nazionali di ortopedia e traumatologia (Efort) di Ginevra, in Svizzera, che si è tenuto dall’1 al 3 giugno. Circa 6.000 esperti da tutto il mondo si sono dati appuntamento a questo importante evento scientifico per discutere le ultime novità in tema di ricerca nella loro disciplina.
«In apparenza, l’aumentare delle aspettative di vita rappresenta il felice prodotto di una società benestante – ha affermato il professor Enric Cáceres dell’Università di Barcellona, presidente Efort –. Purtroppo i problemi muscolo-scheletrici sono diventati più comuni con l’invecchiamento delle persone. Le ossa diventano fragili, i muscoli e le articolazioni degenerano. Nell’Ue i disturbi a carico dell’apparato muscolo-scheletrico rappresentano la causa più comune di dolore cronico grave, causando frequentemente invalidità e disabilità» ha aggiunto Cáceres.
Over 65 in aumento del 177% entro il 2050
Per il 2050 si prevede un aumento del 177% del numero dei cittadini europei di età superiore a 65 anni. Questo avrà un impatto significativo sui servizi alla salute. Il numero di fratture dell’anca da osteoporosi ha già subito un aumento di due terzi negli ultimi venti anni. In particolare, le patologie muscolo-scheletriche sono causa di costi sanitari a spirale, dovuti ad esempio a visite mediche più frequenti e a ricoveri ospedalieri. Sono inoltre responsabili di costi indiretti a carico della società per malattia e pensionamenti anticipati, generando perdite di produttività.
«Tutti gli studi sono concordi nell’affermare che aiutare i pazienti anziani a mantenersi in movimento e a svolgere una vita attiva ha un ritorno economico, sociale, medico ed etico. L’ortogeriatria, ovvero un approccio terapeutico multidisciplinare che unisce chirurgia e geriatria, ha visto una notevole diffusione negli ultimi anni» ha spiegato il presidente Efort Enric Cáceres.
Vita attiva si costruisce fin dall’infanzia
Il congresso Efort non si è focalizzato solo sulle abitudini di vita della popolazione anziana. Anche l’età dell’infanzia rappresenta un argomento degno di nota. «Le basi del movimento fisico nella vecchiaia vengono poste nella prima infanzia, questo è strettamente legato al movimento della società circostante e all’ambiente in cui si cresce» ha detto Cáceres.
Il presidente Efort ha puntato il dito sulla crescente divisione tra cittadini europei benestanti e non benestanti e ha invocato l’attuazione di programmi educativi di alta qualità per la prima infanzia a favore di bambini socialmente svantaggiati. «Gli effetti di ambienti avversi nella prima infanzia, in cui i bambini non hanno entusiasmo per l’esercizio fisico e sviluppano una scarsa consapevolezza del proprio corpo, permangono nel corso della loro vita, producendo effetti negativi sulla salute» ha affermato con convinzione il professor Cáceres. I soggetti con un background socialmente svantaggiato sono spesso tra i primi a soffrire di dolori per patologie muscoloscheletriche, a dover abbandonare le proprie professioni a causa di invalidità o per sottoporsi a un intervento di sostituzione protesica dell’anca. Il risultato di un’ampia gamma di studi mostra l’impatto positivo dei programmi educativi rivolti alla prima infanzia, non soltanto sullo sviluppo intellettuale dei bambini, ma anche sulla salute psico-fisica. «Investire in programmi educativi e nei loro miglioramenti avrebbe significativi ritorni per la società, l’economia sanitaria e per l’economia in generale» ha riassunto Cáceres.
Migliorare la sicurezza per le persone più fragili
Il professor Pierre Hoffmeyer dell’Università di Ginevra, past president Efort, si è espresso a favore di una non aggressività chirurgica e di una maggiore prevenzione. «Naturalmente le tecniche ortopediche si sono evolute, ora possiamo sintetizzare fratture complesse. Tuttavia, l’obiettivo principale della società deve contemplare in primo luogo la prevenzione delle cadute e delle fratture».
Nei pazienti osteoporotici, l’attività fisica all’aperto è uno dei modi migliori che contribuisce a preservare il tessuto osteo-muscolare, ma solo se svolta in sicurezza. «È necessario che le autorità mettano a disposizione aree in cui i soggetti anziani attivi si muovano senza il rischio di cadute» ha detto Hoffmeyer. Ha sottolineato che anche se in molti Paesi viene data priorità all’accesso alle persone con disabilità, non necessariamente vengono prese misure di sicurezza contro il rischio cadute. A tale proposito sono troppi i proprietari di immobili che rifiutano di mettere in sicurezza scale, ascensori e appartamenti. Secondo quanto afferma il professor Hoffmeyer, anche il trasporto pubblico è scarsamente dotato di misure di sicurezza a protezione dei soggetti osteoporotici: «un osso fragile può fratturarsi con facilità dopo una chiusura forzata e prematura della porta di un autobus o dopo una brusca frenata». L’appello è stato rivolto a tutti i soggetti interessati e in particolare ai governanti per «contribuire a rendere la nostra società un luogo in cui anche i soggetti più fragili possano circolare in modo sicuro».
Rachele Villa