
Laura Campanacci, dirigente medico della Clinica ortopedica e traumatologica III a prevalente indirizzo oncologico dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna
Per il trattamento locale delle metastasi ossee, quando la chirurgia e la radioterapia non sono possibili, c’è una tecnologia innovativa che può essere utilizzata con efficacia per il controllo locale della malattia. Si chiama elettrochemioterapia (Ect) e combina farmaci chemioterapici a basso dosaggio e impulsi elettrici, che vengono applicati direttamente alle cellule cancerose tramite elettrodi.
In un recente studio l’Ect ha permesso di ottenere una riduzione significativa del dolore nell’84% dei casi. Di questo studio e del percorso preclinico che lo ha preceduto parla, in una review pubblicata sul Giornale italiano di ortopedia e traumatologia (1), Laura Campanacci dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna.
Il razionale della terapia
Tradizionalmente, il trattamento dei pazienti con metastasi è volto al controllo del dolore, ma oggi molti pazienti oligometastatici – ossia con un numero limitato di lesioni tumorali – hanno una lunga aspettativa di vita e, oltre alla palliazione, diventa fondamentale il controllo locale della progressione della malattia neoplastica, per evitare quelle complicanze locali che possono compromettere notevolmente la qualità della vita.
In certi casi è necessario sottoporre il paziente a un intervento chirurgico ortopedico per stabilizzare un segmento scheletrico a rischio di frattura, mentre si affida a una radioterapia adiuvante il controllo oncologico locale. Questo approccio terapeutico non è però sempre possibile: la chirurgia non trova indicazione in caso di accesso difficile alle metastasi o per comorbidità del paziente, e la radioterapia è inefficace su metastasi non radiosensibili e persino rischiosa quando andrebbe a trattare distretti già sottoposti alla dose massima di radiazioni consigliata.
L’elettrochemioterapia può essere allora una soluzione praticabile perché, come spiegano i ricercatori bolognesi, «gli impulsi elettrici inducono una permeabilizzazione transitoria (elettroporazione) delle membrane cellulari, che vengono pertanto attraversate dal chemioterapico, altrimenti poco efficace nell’oltrepassare il doppio strato fosfolipidico, aumentandone di oltre 80 volte la citotossicità».
La letteratura scientifica su questa metodica è ormai consistente; si segnala per esempio uno studio multicentrico europeo (2) che ha dimostrato la sua efficacia nel trattare le metastasi da tumori solidi localizzate alla cute e al sottocute, con un tasso di risposta oggettiva dell’85% e di risposta completa del 74%; in quest’ultimo caso, la completa assenza di cellule metastatiche è stata attestata a lungo termine dagli esami istologici.
Questi ottimi risultati confermati da oltre 300 studi clinici pubblicati in dieci anni, hanno dato l’impulso a uno sviluppo tecnologico mirato al trattamento di metastasi ossee e organi parenchimatosi. «Il maggiore vantaggio dell’Ect – riporta il team del Rizzoli – risiede nella citotossicità selettiva, in quanto la morte cellulare è determinata non dall’effetto fisico dell’impulso elettrico, ma dall’azione chimica del farmaco che si verifica nelle sole cellule in fase di replicazione attiva. Questo specifico meccanismo d’azione permette di risparmiare il tessuto connettivo e le eventuali strutture nobili (vasi e nervi) incluse nel volume di trattamento».
Lo studio italiano
In questo ambito si inscrive uno studio prospettico realizzato dal team bolognese dell’Istituto Ortopedico Rizzoli (Giuseppe Bianchi, Laura Campanacci, Mattia Ronchetti e Davide Maria Donati), condotto su 29 pazienti affetti da metastasi ossee non vertebrali, con coinvolgimento metastatico dello scheletro appendicolare da melanoma o carcinoma confermato istologicamente, lunghezza massima della metastasi inferiore a 6 cm, assenza di trattamenti locali nei precedenti tre mesi e aspettativa di vita superiore a tre mesi. Lo studio è stato pubblicato sul World Journal of Surgery (3).
Laura Campanacci e il suo team si erano proposti, come obiettivo primario, di verificare la fattibilità e la sicurezza dell’elettrochemioterapia per le metastasi ossee e, in seconda battuta, di valutare il risultato clinico sul dolore e l’evoluzione della malattia agli esami radiologici.
Come si è detto, una significativa riduzione del dolore è stata osservata nell’84% dei pazienti con un recupero delle attività della vita quotidiana, variabile dal 55 al 73% dei casi. Inoltre il trattamento con elettrochemioterapia si è associato anche a un ottimo controllo della progressione della malattia, che si è verificata solamente nel 10% dei pazienti.
Le complicanze gravi sono state solo due: in un caso la frattura della diafisi femorale dopo due trattamenti ravvicinati, in un altro caso un’estesa ulcerazione, che si è sviluppata alla cute di una tibia prossimale precedentemente irradiata.
Da queste due complicazioni, che si sono verificate nei primi casi dello studio, sono stati tratti due importanti insegnamenti: nelle lesioni a rischio di frattura patologica si può eseguire il trattamento con ECT e contestuale osteosintesi preventiva; nelle lesioni situate in regioni ossee superficiali, evitare il contatto della punta attiva degli elettrodi con la cute durante il trattamento.
Analizzando i risultati complessivi, gli autori concludono che «l’elettrochemioterapia nel trattamento delle metastasi ossee rappresenta attualmente un’opzione terapeutica altamente efficace con bassa morbilità per il paziente e un ottimo rapporto costo/beneficio il cui impiego è possibile anche dopo il fallimento di altre strategie terapeutiche locali. In pazienti non candidati ad intervento chirurgico, l’Ect può essere eseguita in modalità percutanea, sotto guida TC o con amplificatore di brillanza, minimizzando i rischi e la morbilità per il paziente».
Renato Torlaschi
Giornalista Tabloid di Ortopedia
1. Campanacci L, Bianchi G, Sambri A, Tedesco G, Fini M, Tschon M, Gasbarrini A. L’elettrochemioterapia nel trattamento delle metastasi ossee. Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia, 2017;43:24-28.
2. Marty M, Sersa G, Garbay JR et al. Electrochemotherapy an easy, highly effective and safe treatment of cutaneous and subcutaneous metastases: results of ESOPE (European Standard Operating Procedures of Electrochemotherapy) study. Eur J Cancer Suppl 2006;4:3-13.
3. Bianchi G, Campanacci L, Ronchetti M, Donati D. Electrochemotherapy in the treatment of bone metastases: a phase II trial. World J Surg. 2016 Dec;40(12):3088-3094.