Nella chirurgia di elezione la capacità del team medico di identificare un paziente come fragile o pre-fragile ha concrete ricadute sulla scelta di tempi e modi dell’intervento chirurgico, migliorando così l’esito del trattamento
Ancora oggi non c’è pieno accordo all’interno della comunità scientifica sul termine fragilità, semplicemente per la difficoltà di trovare un indicatore preciso di questa condizione, un indicatore che sia capace di discriminare con certezza un paziente fragile da uno che non lo è. Una definizione che naturalmente non è fine a se stessa ma che invece, soprattutto nell’ambito della chirurgia di elezione, ha concrete ricadute cliniche e organizzative, a partire proprio dai reparti di ortopedia e traumatologia.
L’incidenza della fragilità è altissima: secondo alcune stime i più compromessi, quelli che possiamo definire sicuramente fragili, sono il 17% degli over 65. «Ma c’è una situazione molto più critica, quella dei pre-fragili, che paradossalmente sono i più esposti alle fratture perchè hanno ancora una buona capacità motoria e di equilibrio e una vita ancora apparentemente normale» puntualizza Luigi Cesare Bergamaschini, responsabile della Geriatria Riabilitativa e Post Acuta del Pio Albergo Trivulzio e professore associato di medicina interna all’Università di Milano.
Come spiega il relatore dal palco del convegno “L’anziano fragile: confronto tra terapia chirurgica conservativa e innovativa e implicazioni medico legali”, che si è tenuto a inizio marzo presso la Clinica Mangiagalli di Milano, «sicuramente la fragilità è una condizione età-correlata ed è intimanete legata allo stress, come quello subito da un paziente in caso di frattura di femore e successiva chirurgia, e porta allo sviluppo delle grandi sindromi geriatriche, condizioni che non hanno un’eziologia precisa e che sovrappongono disturbi organici a disturbi comportamentali». Delle sindromi geriatriche fanno parte delirium, cadute, disturbi del sonno, vertigini, sincope, piaghe da decubito e incontinenza.
Identificare i pazienti fragili non è dunque semplice e immediato, ma potrebbe fare una grande differenza nella scelta dell’approccio chirurgico da utilizzare così come nella scelta dei tempi con cui metterlo in atto: ritardare un intervento di 24 o 48 ore per stabilizzare il paziente e correggere alcuni parametri può fare una grandissima differenza in termini di esiti. «Lo stato di fragilità condiziona in maniera inequivocabile l’esito di un intervento» sottolinea Bergamaschini.
Ma come fare in concreto? Per l’esperto la valutazione multidimensionale geriatrica (Cga) rimane lo strumento ottimale. Essa si basa su una raccolta completa dei dati anamnestici del paziente, tiene conto di tutte le patologie presenti, delle terapie in atto e naturalmente anche della componente sociale. Ma è una valutazione lunga e complessa: un medico (o un infermiere) ben preparato impiega circa un’ora per completarla e difficilmente un percorso di questo tipo è contemplato nell’ambito di un reparto di ortopedia. Anche per questo in molte strutture è stata introdotta la figura dell’ortogeriatra, solitamente un geriatra o un internista in grado di combinare competenze di questo tipo a quelle ortopediche per applicarle sul paziente anziano fratturato.
Per motivi demografici, sociali e di costi il percorso assistenziale di questi pazienti è sempre più al centro dell’attenzione delle politiche sanitarie. «Dobbiamo fare in modo di avere un quadro molto preciso del paziente che arriva in ospedale per un intervento chirurgico, del suo pregresso, del suo stato di salute ma soprattuto di quello che dovrà avvenire dopo – ha detto l’assessore alla Sanità di Regione Lombardia Giulio Gallera intervenendo al convegno su invito dei presidenti Alberto Corradi, Fabio Maria Donelli e Luca Pietrogrande –. Dobbiamo fare in modo che ci sia un percorso di cura completo e complessivo del paziente – ha continuato Gallera – e che abbia anche la capacità di uniformarsi alle innovazioni che fortunatamente in termini di protesi e di farmaci vengono messi in campo dalla ricerca».
Andrea Peren
Giornalista Tabloid di Ortopedia