Le iniezioni intrarticolari con corticosteroidi per il trattamento dell’osteoartrosi dell’anca e del ginocchio sono sicure come pensiamo? Se lo chiede un rapporto che è stato pubblicato sulla rivista Radiology.
L’osteoartrosi dell’anca e del ginocchio è uno dei problemi più comuni. Le iniezioni intrarticolari con corticosteroidi sono un trattamento molto frequente per ridurre il dolore.
Lo studio ha considerato la letteratura esistente sulle complicanze dopo le iniezioni con corticosteroidi. Sono stati osservati anche alcuni casi problematici. La ricerca ha esaminato un gruppo di 459 pazienti che avevano ricevuto almeno un’iniezione in un ospedale cittadino degli Stati Uniti durante il 2018. Dei pazienti iniziali, 218 non hanno avuto un follow-up con la produzione di immagini relative all’articolazione trattata. Tra i 307 pazienti che hanno ricevuto il trattamento per l’anca, 30 (il 10%) hanno successivamente avuto problemi all’articolazione. Tra i 152 pazienti con trattamento al ginocchio, 6 (il 4%) hanno avuto problemi. Sono stati identificati principalmente quattro eventi negativi: progressione accelerata dell’osteoartrosi con scomparsa dello spazio articolare, fratture da insufficienza subcondrali, complicanze da osteonecrosi e rapida distruzione articolare, inclusa la perdita di osso. Il più comune era un’accelerazione dell’osteoartrosi.
Secondo gli autori, ricercatori della Boston University School of Medicine, lo scopo del rapporto era rivedere la letteratura esistente, descrivere gli eventi avversi osservati dopo le iniezioni intrarticolari con corticosteroidi e fornire una prospettiva sui possibili effetti nella pratica clinica. «Le iniezioni intrarticolari con corticosteroidi devono essere discusse seriamente in merito ai vantaggi e agli svantaggi – ha detto Ali Guermazi, uno degli autori –. Abbiamo continuato a dire ai pazienti che queste iniezioni, anche nei casi in cui non migliorano il dolore, comunque non li danneggiano. Ma adesso sospettiamo che non sia esattamente così». Secondo i ricercatori è allora opportuno effettuare un attento esame dei pazienti che non mostrano tracce di osteoartrosi agli esami con i raggi X, oppure solo segni lievi, e che però sono indirizzati verso le iniezioni per trattare il dolore articolare. In particolare, si devono valutare con attenzione i pazienti con dolore sproporzionato rispetto alle risultanze delle immagini.
In un commento che accompagna il rapporto, Richard Kijowski, dell’University of Wisconsin, spiega che tra i limiti dello studio c’è il piccolo numero di pazienti. Inoltre non è stato eseguito un follow-up standardizzato, né di tipo clinico né con immagini. «Lo studio non è una sperimentazione clinica prospettica né uno studio osservazionale retrospettivo» dice Kijowski, secondo il quale l’obiettivo del rapporto è informare gli specialisti rispetto alle iniezioni intrarticolari con corticosteroidi, che effettuano di routine con poco o nessun dubbio rispetto alla sicurezza a lungo termine. Tali iniezioni possono portare più danno che beneficio, scrive invece Kijowski. Sarebbero quindi necessarie ricerche sugli effetti a lungo termine di questi trattamenti, per individuare eventuali fattori di rischio prima dell’intervento.
Claudia Grisanti
Giornalista Tabloid di Ortopedia

(a) La radiografia dell’anca sinistra indica assenza di perdita dello spazio articolare. Si notano lievi tracce di osteofitosi (frecce). Il paziente è stato indirizzato a un trattamento di iniezioni intra articolari con corticosteroidi
(b) Sette settimane dopo l’iniezione, il dolore all’anca era peggiorato. La radiografia all’anca sinistra ha mostrato una perdita accelerata di spazio articolare (frecce)
(c) L’immagine MRI ottenuta nello stesso momento di (b) mostra un’ipointensità subcondrale che indica la frattura da insufficienza subcondrale della testa del femore
(d) L’immagine MRI conferma la presenza di una frattura da insufficienza subcondrale
Fonte: Radiological Society of North America