Per diagnosi finale e presa in carico serve un centro di riferimento. Ma per la diagnosi precoce l’ortopedico può fare la differenza sul territorio, con un ruolo di sentinella.
Al via una rubrica clinico-pratica curata dagli esperti dell’Istituto Ortopedico Rizzoli
Vi sono malattie che ricorrono con una frequenza talmente bassa da aver meritato la definizione di malattie rare. Le displasie scheletriche costituiscono un gruppo di patologie rare caratterizzate da anomalie di crescita della cartilagine e dell’osso. L’espressione clinica di tali condizioni è variabile, sia di entità (da forme caratterizzate da mortalità pre-perinatale a quadri lievi, diagnosticati in età adulta), sia per quanto riguarda eventuali manifestazioni cliniche associate (neurologiche, uditive, visive, polmonari, cardiache, renali, ecc.). Dal punto di vista eziologico, numerosi geni sono stati implicati nella patogenesi di tali condizioni, con diversa modalità di trasmissione.
In base all’ultima revisione della nosologia e classificazione delle patologie genetiche a interessamento scheletrico (1) sono state individuate 461 condizioni, suddivise in 42 gruppi in base alle caratteristiche molecolari, biochimiche e/o radiologiche (1, 2, 3). Sebbene ciascuna condizione sia rara, l’incidenza complessiva alla nascita si stima in 1/5.000 (4, 5).
Le implicazioni cliniche della rarità
La rarità porta con sé un forte contenuto emotivo condiviso dai pazienti e dai loro familiari, vivendo un’esperienza doppiamente dolorosa: oltre all’impatto della patologia, infatti, ci si misura con la scarsità di conoscenze scientificamente disponibili e professionalmente utilizzabili.
Spesso i pazienti sono costretti a peregrinare da un esperto all’altro alla ricerca di un centro in grado di effettuare un’efficace sintesi diagnostico-terapeutica. Il percorso diagnostico e la presa in carico di questi pazienti infatti richiede strutture che possano offrire una valutazione, spesso multidisciplinare, da parte di specialisti con alto grado di expertise su tali condizioni.
È di comune riscontro da parte dei pazienti una difficoltà a ottenere una diagnosi appropriata e tempestiva e un trattamento idoneo. Questi pazienti, infatti, necessitano di un’assistenza di alto livello qualitativo, svolta da professionisti con notevole esperienza clinico-diagnostica e operanti in strutture in possesso di conoscenze e risorse specialistiche.
Questa situazione porta a lunghi tempi di latenza tra esordio della patologia e diagnosi, che incidono negativamente sulla prognosi del paziente.
Nuovi strumenti per la diagnosi
Per quanto concerne gli aspetti diagnostici, l’introduzione di nuove metodiche per le analisi molecolari (Next Generation Sequencing) ha ridotto notevolmente i tempi di refertazione, permettendo di studiare in un unico esperimento più geni, correlati al quadro clinico. Tuttavia l’inquadramento clinico del caso da parte dello specialista (che a seguito della valutazione clinico-radiografica, anamnestica e familiare pone il sospetto diagnostico) rimane fondamentale, sia per l’indicazione all’indagine molecolare, sia per l’interpretazione dei risultati delle analisi.
È inoltre da considerare che una corretta applicazione (previa accurata validazione) della diagnostica genetico-molecolare può portare inoltre a identificare fattori di rischio prognostico e la prevenzione e il controllo degli esiti invalidanti.
Infine, gli sviluppi delle conoscenze mediche e le nuove tecnologie, in particolare negli ultimi venti anni, hanno reso possibili efficaci cure interdisciplinari, con un miglioramento della condizione del paziente: la diagnosi precoce e la correzione chirurgica delle malformazioni, i trattamenti specialistici dei vari apparati coinvolti e la riabilitazione fisica e talora anche psicologica.
Diagnosi, cura e ricerca si fanno in rete
In considerazione della rarità di tali patologie, è fondamentale avere una rete di centri e specialisti con esperienza nella diagnosi e trattamento di tali condizioni, che permette di raccogliere informazioni cliniche, radiologiche e molecolari, aumentando le conoscenze inerenti a tali patologie e ponendo le basi per un’efficace ricerca clinica, consentendo identificazioni di gruppi omogenei di pazienti e arruolabili in eventuali trial clinici.
La Rete di riferimento europea sulle malattie rare scheletriche (European Reference Network on Rare Bone Diseases – Ern Bond), di cui la struttura complessa Malattie Rare Scheletriche dell’Istituto Ortopedico Rizzoli è centro coordinatore, include diversi centri di riferimento europei per la diagnosi e il trattamento di patologie rare con prevalente interessamento delle ossa o della cartilagine. Cofinanziata dall’Unione Europea, ha l’obiettivo di promuovere un approccio complessivo, multidisciplinare al paziente, favorendo, tramite piattaforma web dedicata, la collaborazione e il confronto (a fini diagnostici o di presa in carico) tra i vari specialisti, in particolare appartenenti alla rete, ma anche con gli specialisti locali al fine di formulare diagnosi, percorsi terapeutici o piani di trattamento per i diversi pazienti affetti da malattie rare scheletriche.
Luca Sangiorgi, direttore
Maria Gnoli, medico dirigente
Malattie Rare Scheletriche
Istituto Ortopedico Rizzoli
Bibliografia:
1. Mortier GR, Cohn DH, Cormier-Daire V, Hall C, Krakow D, Mundlos S, Nishimura G, Robertson S, Sangiorgi L, Savarirayan R, Sillence D, Superti-Furga A, Unger S, Warman ML. Nosology and classification of genetic skeletal disorders: 2019 revision. Am J Med Genet A. 2019 Dec;179(12):2393-2419.
2. Superti-Furga A, Unger S. Nosology and classification of genetic skeletal disorders: 2006 revision. Am J Med Genet A. 2007 Jan 1;143A(1):1-18.
3. Bonafe L, Cormier-Daire V, Hall C, Lachman R, Mortier G, Mundlos S, Nishimura G, Sangiorgi L, Savarirayan R, Sillence D, Spranger J, Superti-Furga A, Warman M, Unger S. Nosology and classification of genetic skeletal disorders: 2015 revision. Am J Med Genet A. 2015 Dec;167A(12):2869-92.
4. Krakow D, Rimoin DL. The skeletal dysplasias. Genet Med. 2010 Jun;12(6):327-41.
5. https://hpo.jax.org/app/
MALATTIE RARE SCHELETRICHE: I CENTRI DI RIFERIMENTOERN BOND_La Rete di riferimento europea sulle malattie rare scheletriche (European Reference Network on Rare Bone Diseases – ERN BOND) è una delle reti tematiche cofinanziata dall’Unione Europea. È stata creata per favorire la collaborazione e il confronto, tramite piattaforma web dedicata, tra i vari specialisti, in particolare appartenenti alla rete, ma anche con gli specialisti locali al fine di formulare diagnosi, percorsi terapeutici o piani di trattamento per i diversi pazienti affetti da malattie rare scheletriche.
Per trovare il centro di riferimento più vicino o per maggiori informazioni su ERN BOND:
Sito web: http://ernbond.eu/
Email: info@ernbond.eu
Centro Coordinatore: SC Malattie Rare Scheletriche, Istituto Ortopedico Rizzoli, Bologna
MALATTIE RARE SCHELETRICHE: UNA RUBRICA CLINICO-PRATICA_Diagnosi tardiva e cure adeguate che partono in ritardo: per le malattie rare di interesse muscolo-scheletrico sono queste le criticità sul territorio.
L’ortopedico può essere il protagonista, con un ruolo di sentinella, di un vero cambio di passo nella diagnosi precoce di queste patologie. Uno specialista che probabilmente nella maggior parte dei casi non tratterà in prima persona questi pazienti, ma che può identificarli precocemente e inviarli tempestivamente al centro di riferimento più vicino.
La rubrica sulle malattie rare scheletriche curata dagli specialisti appartenenti a ERN BOND, la rete di riferimento europea sulle malattie rare scheletriche, e coordinata da Luca Sangiorgi, che verrà pubblicata continuativamente su Tabloid di Ortopedia e su OrthoAcademy.it, ha l’obiettivo di fornire all’ortopedico informazioni clinico-pratiche che possano essere di reale utilità per l’attività di tutti i giorni. Si propone di fornire l’inquadramento della patologia e gli strumenti più aggiornati, evidence-based e pratici per riconoscere, diagnosticare o quantomeno sospettare di essere di fronte a una specifica malattia rara.