Da inizio anno le aziende aderenti all’associazione europea MedTech, in virtù del codice etico interno, non sostengono più direttamente le spese di partecipazione dei medici ai congressi. La sponsorizzazione degli eventi passa solo attraverso le società scientifiche
Dal primo gennaio 2018 sono in vigore le nuove disposizioni in tema di sponsorizzazioni per le imprese che aderiscono all’associazione europea MedTech, tra le quali figurano B.Braun, Johnson & Johnson, Medacta, Medtronic, Orthofix, Smith & Nephew, Stryker, Wright Medical Technology e Zimmer-Biomet. Il nuovo Codice di pratica commerciale etica MedTech Europe ridefinisce le modalità di interazione tra l’industria del settore e i professionisti sanitari e, per quanto riguarda le partecipazioni agli eventi formativi organizzati da enti terzi, come associazioni e società scientifiche, impedisce quello che sinora era la normalità: a decorrere dal primo gennaio 2018 le imprese associate MedTech «non forniscono più alcun sostegno economico o contributo in natura direttamente ai singoli professionisti sanitari allo scopo di coprire i costi di partecipazione a eventi formativi organizzati da terzi». Il documento, per fermare sul nascere eventuali tentativi di aggirare il codice, precisa anche che non sono consentiti il pagamento o l’agevolazione delle spese di viaggio, vitto, alloggio o di altra natura nemmeno a favore degli ospiti dei professionisti sanitari, come coniugi, partner, familiari o altri accompagnatori.
Alla nuova autodisciplina fanno eccezione «i meeting di formazione sulle procedure organizzate da terzi o la partecipazione di professionisti sanitari coinvolti dalle stesse aziende per intervenire nell’ambito di simposi satellite in forza di un contratto di consulenza precedentemente stipulato». Per formazione sulle procedure cliniche il documento intende «qualsivoglia evento avente a oggetto la prestazione sicura ed efficace delle procedure cliniche che si esplica attraverso l’identificazione di strategie cliniche, metodi, tecniche o dimostrazioni pratiche rivolte ai professionisti sanitari».
Nessuna limitazione invece per quanto riguarda gli eventi formativi organizzati dalle aziende stesse, definiti come «qualsivoglia evento volto a istruire e formare i professionisti sanitari sulle tecnologie
mediche, le terapie e/o i servizi correlati delle imprese aderenti». Per questi eventi, sempre più frequenti nell’ambito della medicina e non solo in ortopedia, le imprese aderenti hanno facoltà di invitare professionisti sanitari di loro scelta, sostenere le spese relative ai viaggi e a un’accoglienza adeguata, «fermo restando che tale scelta si basi sui requisiti di formazione e istruzione del singolo professionista sanitario e non sia correlata in alcun modo all’uso, passato o futuro eventuale, dei prodotti o servizi dell’impresa a opera del professionista sanitario».
I contributi vanno alle società scientifiche
La formazione medica potrà invece essere supportata attraverso contributi educazionali erogati direttamente alle organizzazioni sanitarie, ovvero ospedali, università, associazioni e società scientifiche.
La nuova autoregolamentazione di MedTech spezza così la relazione diretta tra azienda e medico, prevedendo un rapporto di sponsorizzazione e sostegno economico rivolto esclusivamente alle associazioni e società scientifiche. «Il nuovo codice sottolinea in modo chiaro e inequivocabile il nostro intento, quali rappresentanti del settore della tecnologia medica, di salvaguardare e proteggere i rapporti con i professionisti del settore sanitario attraverso l’adozione di una autoregolamentazione lineare e rigorosa – scrive l’associazione MedTech, di cui fanno parte i principali produttori europei di diagnostica in-vitro e di dispositivi medici –. Il nostro settore è ancora pienamente impegnato nel supportare la formazione medica indipendente. Ora lo faremo a debita distanza attraverso terze parti indipendenti, che decideranno a quali professionisti del settore sanitario devolvere il finanziamento».
Cambia tutto, ma non per tutti
Nulla cambia, invece, per le aziende aderenti solo ad Assobiomedica e non anche a MedTech Europe. Fonti qualificate però ci informano che Assobiomedica è pronta nel medio periodo (si parla di un anno) a recepire quanto previsto da MedTech. La rivoluzione per tutte le altre aziende, insomma, potrebbe essere solo rimandata. «Le imprese associate Assobiomedica che non siano parte di MedTech Europe e non intendano adottare il modello di supporto definito a livello europeo continueranno ad applicare la disciplina prevista dal vigente codice etico associativo (in particolare in ortopedia è valido il protocollo d’intesa Siot-Assobiomedica, che viene ridiscusso proprio in questi mesi, ndr), fino a definizione di un nuovo testo condiviso» scrive Assobiomedica, l’associazione nazionale di Confindustria che rappresenta il mondo dei dispositivi medici e diagnostici, inserita a livello europeo in un network di federazioni rappresentative del settore, tra cui MedTech Europe.
Siamo di fronte insomma a un periodo di transizione, con una disparità nelle possibilità di azione tra aziende associate Assobiomedica e aziende associate anche MedTech, che potrebbe portare a un vantaggio competitivo sul mercato: le prime sostanzialmente libere di invitare i medici ai congressi e sostenerne i costi, le seconde con le mani legate e obbligate a passare per il tramite delle società scientifiche. È importante però sottolineare come il codice etico MedTech rappresenti un atto di autoregolamentazione di un’associazione privata, e non può che essere il risultato della volontà dei più alti livelli del management delle singole aziende aderenti, che evidentemente hanno scelto di far prevalere la trasparenza dei finanziamenti sulle loro esigenze di marketing e commerciali.
Andrea Peren
Giornalista Tabloid di Ortopedia

Andrea Peren
direttore Tabloid di Ortopedia
SCENARI FUTURI: LA FORMAZIONE IN ORTOPEDIA DOPO IL CODICE ETICO MEDTECH
Dopo aver dato conto del contenuto del Codice di pratica commerciale etica Medtech Europe e della posizione di Assobiomedica, passiamo ora dai fatti alle opinioni e proviamo a ipotizzare quali saranno gli scenari futuri.
Anzitutto va detto che, anche alla luce dei recenti fatti di cronaca italiani, con pesanti accuse di corruzione mosse a noti chirurghi e anche ad alcuni dipendenti di aziende ortopediche, le norme contenute nel codice etico MedTech possono senza dubbio aiutare a definire i limiti della complessa relazione tra medici e aziende, interponendo soggetti terzi come le associazioni e le società scientifiche, nell’ottica di un reale contrasto della corruzione in sanità. La vicinanza e prossimità tra azienda e medico, infatti, può generare fenomeni di clientelismo che in qualche caso degenerano in comportamenti corruttivi. Sembra insomma che le aziende associate a MedTech abbiano scelto di rinunciare a politiche commerciali e di marketing di prossimità in cambio di una maggiore autotutela preventiva verso comportamenti devianti di loro dipendenti o dei loro clienti. Questa volta infatti non si tratta di un’imposizione arrivata dall’alto, da un governo nazionale o dall’Europa; è invece una precisa scelta di un’associazione che riunisce le maggiori aziende di dispositivi medici.
Verso una formazione di marca?
Quali riflessi avrà tutto questo sul settore della formazione medica? Senza un sostegno diretto delle aziende nella copertura dei costi della formazione per i medici, c’è il rischio concreto che molti congressi si sgonfino. O che saltino del tutto. Gli eventi sarebbero così messi ancor più in competizione tra loro, e la sfida si giocherebbe (finalmente) sulla qualità dell’offerta formativa: solo chi sarà in grado di garantirla potrà contare sulla disponibilità dei medici a pagare tutte le spese di partecipazione.
Ma potrebbe anche non cambiare nulla, con le associazioni e le società scientifiche a fare in qualche modo da intermediari: prendendo dalle aziende dei contributi ben più cospicui rispetto al passato, sarebbero in grado di ridurre al minimo le spese per la formazione a carico dei singoli partecipanti all’evento formativo.
Di certo ci sarà uno sviluppo ancora maggiore di eventi formativi organizzati e gestiti direttamente dalle aziende, con il rischio che gran parte della formazione dei medici venga incanalata verso eventi di questo tipo: gratuiti per chi partecipa, con vitto e alloggio pagato, come ai vecchi tempi. Ma c’è sempre un prezzo da pagare, e in questo caso sarebbe una formazione giocoforza di parte, o comunque mediata dall’industria, e non terza come quella garantita, anche se per la verità non sempre, dalle società scientifiche.
Le aziende aderenti a MedTech Europe vedranno liberarsi enormi budget, prima destinati a sostenere la formazione di singoli medici. Come li utilizzeranno ora? Incrementeranno sensibilmente le sponsorizzazioni verso le società scientifiche o svilupperanno sempre di più un’offerta formativa di marca?
Andrea Peren