La tecnologia Rems (ideata dall’azienda biomedica Echolight, spin-off del Cnr di Lecce), senza radiazioni, per la caratterizzazione dell’osso attraverso una semplice scansione ecografica, è stata inserita nelle recenti linee guida per la corretta identificazione e gestione delle fratture da fragilità.
Rems (Radiofrequency Echographic Multi Spectrometry) è il primo metodo basato su ultrasuoni per la diagnosi dell’osteoporosi e la valutazione del rischio di fratture da fragilità che, mediante una scansione ecografica dei siti anatomici assiali quali colonna e femore, permette di misurare la densità minerale ossea senza l’utilizzo di radiazioni ionizzanti, elaborando una vera e propria carta d’identità dell’osso. Oltre a garantire un elevato livello di accuratezza, non richiede protezione radiologica, è di facile fruibilità e la peculiare trasportabilità favorisce il suo impiego tra pazienti ricoverati fratturati non trasferibili e la continuità assistenziale al loro domicilio. Inoltre, l’assenza di radiazioni consente di utilizzare questa metodica su un eterogeno panorama di pazienti, da quelli pediatrici a quelli a rischio di osteoporosi secondaria (per esempio diabetici e oncologici) alle donne in gravidanza.
La tecnologia Rems è stata discussa anche nel simposio “La nuova tecnica ultrasonografica Rems”, moderato dalla professoressa Maria Luisa Brandi, all’ultimo congresso nazionale della Società italiana dell’osteoporosi del metabolismo minerale e delle malattie dello scheletro (Siommms). In particolare sono state presentate le esperienze e gli studi clinici effettuati negli anni, che testimoniano i numerosi vantaggi della nuova metodica rispetto alle tecniche a raggi X, e le sue prospettive di ampio impiego nella pratica clinica.