
Paolo Arrigoni
Il padel è nato negli anni Sessanta in Messico, ma solo oggi ha appassionato l’Europa, dove si registra un aumento esponenziale di giocatori.
La mancata coordinazione del gesto tecnico è sicuramente uno dei fattori più importanti per i traumi, così come lo sono i numerosi cambi di direzione e l’uso intenso della racchetta, che comportano stress ripetitivi sull’apparato muscolo-scheletrico e articolare. Per evitare problemi, lesioni o traumi, suggerisce il dottor Paolo Arrigoni, ortopedico, parte del team della Prima Ortopedica dell’Asst Gaetano Pini-Cto e appassionato di padel, è necessario non interrompere bruscamente la catena cinetica che consente a un giocatore di padel di muovere velocemente la racchetta, riducendo così al minimo gli sforzi funzionali a livello articolare. «La catena cinetica – spiega l’esperto – inizia dai piedi e coinvolge le ginocchia, le anche, il rachide lombare e il tronco, la spalla, il gomito, il polso fino alla mano e alla racchetta. Quando il trasferimento di energia non è ben coordinato, la catena si interrompe, determinando un sovraccarico a una o più articolazioni. Nel padel, diversamente dal tennis, si eseguono soprattutto colpi over-head, per esempio il bandeja, il vibora, lo smash, quasi sempre piatti o in backspin, con sovraccarichi funzionali a tutte le articolazioni. Per questo le articolazioni degli arti superiori sono più suscettibili a lesioni croniche, da overuse e microtraumi ripetuti. Le articolazioni degli arti inferiori, invece, sono più colpite da lesioni acute».
Come nel tennis, uno dei problemi più riscontrati è l’epicondilite laterale. Per quanto riguarda la spalla, il gesto atletico ripetuto può determinare la rottura dei tendini della cuffia dei rotatori.
Ma il padel mette a dura prova anche i polsi. La patologia più frequentemente riscontrata è la tendinopatia dell’estensore ulnare del carpo, conseguenza dei ripetuti colpi di diritto: «il giocatore esegue i colpi di diritto in genere con l’arto in supinazione e il polso deviato in direzione ulnare. Sebbene venga consigliato di non eseguire movimenti rotazionali del polso al momento dell’impatto con la pallina, la flessione e l’estensione del polso si verificano come movimenti ripetuti, soprattutto dopo l’impatto con la pallina stessa. Il tendine estensore è, inoltre, sovraccaricato dalle forze trasmesse al polso al momento dell’impatto, come nello smash» spiega l’esperto.
Anche la lesione del complesso fibrocartilagineo-triangolare può insorgere in atleti che praticano padel: «la supinazione e la pronazione ripetitiva dell’avambraccio con il polso esteso e in deviazione ulnare predispongono gli atleti a questa lesione complessa, che spesso richiede l’intervento chirurgico per la riduzione della sintomatologia».
Molto comuni tra gli atleti del padel sono anche gli infortuni degli arti inferiori, a livello di caviglie e ginocchia. «I ripetuti cambi di direzione e l’impatto con il terreno durante i salti possono comportare lesioni meniscali o dei legamenti del ginocchio. Spesso causano distorsioni di ginocchio con elongazione e lesione del legamento collaterale mediale. Le lesioni meniscali si possono verificare singolarmente o associate a lesione del legamento crociato anteriore. Anche le distorsioni di caviglia sono un evento estremamente comune. Solitamente si tratta di perdita momentanea dei rapporti articolari in inversione con lo stiramento o la lesione del complesso dei legamenti laterali di caviglia. Tra questi, il più coinvolto è il legamento peroneo-astragalico anteriore. Un altro infortunio molto comune è la lesione del tendine d’Achille».
Spesso i giocatori di padel lamentano dolori alla zona lombare: per Arrigoni «le rapide torsioni e rotazioni, le continue frenate e ripartenze sottopongono la muscolatura paravertebrale del rachide lombare a stress ripetuti. Lo smash, per esempio, per essere efficace implica una rotazione e una posizione di estensione lombare molto pronunciata. Questo può contribuire a determinare lesioni muscolari, in genere elongazione o stiramento, dei muscoli paravertebrali».