EPITECH GROUP_L’osteoartrite non può più essere etichettata semplicemente come malattia “degenerativa” della giunzione, risultato di processi meccanici e dell’usura. Le evidenze a sostegno di un ruolo rilevante dell’infiammazione, non solo locale, nel promuovere il danno della giunzione osteoarticolare e i deficit funzionali correlati sono in continuo aumento. La neuroinfiammazione ha un ruolo fondamentale anche nell’insorgenza del dolore, il principale sintomo dell’osteoartrite. In Europa, il 20% del dolore cronico è dovuto alla osteoartrite e coinvolge soprattutto la popolazione anziana.
Una disregolazione nell’attività dei mastociti e della microglia è il trigger per lo sviluppo della neuroinfiammazione e delle alterazioni dei neuroni somatosensoriali del dolore che portano all’insorgenza della sensitizzazione periferica e centrale. Queste cellule non neuronali sono, per questa ragione, considerate target d’elezione per contrastare la neuroinfiammazione e il dolore dell’osteoartrite.
Tra le molecole in grado di controllarne l’attività, per il suo elevato rapporto beneficio/rischio, si distingue la Palmitoiletanolamide (Pea), una N-aciletanolammina endogena con la capacità di promuovere i processi di risoluzione dell’infiammazione e del dolore. A livello sperimentale, la somministrazione orale di Pea, purché opportunamente formulata in forma micronizzata e ultramicronizzata (Pea-m e Pea-um), contrasta efficacemente i processi infiammatori e dolorosi cronici.
I risultati di una metanalisi
Numerosi studi clinici hanno confermano gli effetti di prodotti contenenti Pea-m e Pea-um sul dolore cronico nell’uomo. Questi interessanti risultati sono stati oggetto di una metanalisi in pubblicazione sulla prestigiosa rivista americana Pain Physician, organo ufficiale dell’American Society of Interventional Pain Physicians (Paladini et al. 2015). Gli autori hanno condotto una ricerca sistematica consultando PubMed, Google Scholar, Cochrane e i Proceeding di congressi nell’ambito delle neuroscienze. Utilizzando i termini chronic pain, neuropathic pain, Pea-m e Pea-um, o una combinazione dei precedenti termini, sono stati identificati 26 studi clinici riguardanti la Pea-m e Pea-um effettuati nel periodo tra il 2010 e il 2014.
Dodici studi clinici sono stati inclusi nella metanalisi, 3 effettuati in doppio cieco vs placebo, 2 condotti in aperto vs terapie convenzionali e 7 in aperto. 1.484 pazienti sono stati trattati con Pea-m o Pea-um per un periodo da 21 a 60 giorni con dosi nel range da 300 a 1200 mg. Nella maggior parte dei casi la Pea è stata aggiunta alle terapie convenzionali; negli altri casi è stata somministrata come monoterapia.
L’eziologia del dolore negli studi presi in considerazione era eterogenea ed includeva diversi pazienti con dolore associato a patologia osteoarticolare. I pazienti anziani, cioè con età superiore a 65 anni, con probabili disturbi articolari che contribuivano al dolore cronico, erano un terzo della popolazione totale.
I risultati della metanalisi hanno confermato che il trattamento con Pea-m e Pea-um, sia in combinazione con altre terapie che in monoterapia, induce una progressiva riduzione dell’intensità del dolore, maggiore e statisticamente significativa rispetto a quella osservata nel gruppo controllo. La riduzione dello score del dolore nei pazienti che avevano ricevuto Pea-m e Pea-um è, infatti, di 1.04 punti della scala di valutazione ogni due settimane, mentre nel gruppo controllo la riduzione per lo stesso intervallo di tempo è di 0.20. La progressiva riduzione dell’intensità del dolore indotta da Pea-m e Pea-um conferma che non si sviluppa tolleranza con l’assunzione cronica della molecola e suggerisce che, come dimostrato a livello sperimentale, l’effetto non sia esclusivamente di tipo sintomatico ma che ci sia un recupero delle strutture danneggiate, verosimilmente secondario a una neuroprotezione dei neuroni somatosensoriali.
Una terapia sicura nel lungo periodo
Questa caratteristica è peculiare della molecola che la distingue da antinfiammatori generici e analgesici, la cui efficacia nel tempo si esaurisce costringendo il clinico a utilizzare dosaggi più elevati che causano un contestuale aumento degli effetti indesiderati. Il risultato è rilevante soprattutto per la popolazione anziana, frequentemente sottoposta a poli-terapie farmacologiche i cui effetti collaterali spesso impediscono un efficace controllo del dolore.
La terapia a lungo termine con prodotti contenenti Pea-m e Pea-um, sia per l’elevato rapporto efficacia/rischio che per l’assenza di tolleranza e di interferenza con altre potenziali terapie per il dolore e/o per le condizioni comorbide, garantisce il recupero progressivo dell’omeostasi tissutale.
Il trattamento con Pea-m e Pea-um rappresenta una nuova strategia terapeutica in grado di controllare il dolore cronico e neuropatico associato di diversa eziologia, anche di tipo artrosico, modulando la neuroinfiammazione pilotata dai mastociti e dalla microglia, la strategia d’elezione quando è richiesta una terapia a lungo termine.