Stiramenti muscolari, lesioni tendinee parziali, osteoarticolari e del menisco possono colpire i 22 milioni di italiani che svolgono regolarmente attività fisica. Il Plasma ricco di piastrine (Prp) associato alla radiofrequenza, favorisce la riparazione di questi danni, spesso causati dallo sport. Se ne è parlato a inizio aprile a Taranto, in occasione del convegno nazionale “Medicina rigenerativa today”, organizzato dalla Società italiana di medicina e chirurgia rigenerativa polispecialistica (Simcri).
«Il Prp è un trattamento locale e praticamente indolore, spesso utilizzato per il recupero da lesioni a carico di muscoli, ossa, legamenti e articolazioni – spiega il professor Eugenio Caradonna, presidente Simcri –. I fattori di crescita rilasciati dal Prp facilitano l’insediamento delle cellule staminali circolanti nel luogo dell’infortunio, che poi agiscono per favorire la riparazione del danno tissutale interagendo con le cellule staminali residenti. Recentemente, l’innovazione tecnologica ha mostrato come, in associazione alla radiofrequenza, sia in grado di garantire una ripresa ancora più rapida e completa. Il trattamento è consigliato anche per facilitare il percorso riabilitativo dopo un intervento chirurgico, quando indicato dal fisiatra o dal medico sportivo. In questo ambito assumono di particolare importanza le ricerche svolte presso il Centro di nanofotonica e optoelettronica per la salute dell’uomo di Benevento, diretto dal professor Andrea Cusano».
«Il Prp viene impiegato anche per la risoluzione di patologie come fascite plantare, osteoartrosi e ulcere croniche, come quelle da diabete – sottolinea il professor Bruno Amato dell’Università Federico II di Napoli –. Si tratta di problemi in grande aumento, a causa del generale invecchiamento della popolazione. In particolare, le ferite aperte sono una vera e propria emergenza epidemiologica su cui è necessario intervenire per sviluppare trattamenti sempre più efficaci: il Prp combinato alla radiofrequenza è uno di questi».