Anche se si rendono necessarie le articolazioni artificiali dell’anca, per un numero crescente di soggetti obesi la chirurgia può tuttavia risultare difficile proprio per questo gruppo di pazienti. Gli esperti del 17° Congresso EFORT di Ginevra hanno discusso su quanto si possa fare per ridurre i fattori di rischio e per garantire procedure di successo per la sostituzione dell’anca.
In Europa, un paziente su dieci che si sottopone a chirurgia protesica dell’anca è obeso. Si tratta di un’importante sfida per la chirurgia ortopedica, in quanto si prevedono complicanze in un individuo sovrappeso. Così si studiano metodi volti al miglioramento della sicurezza e del successo delle protesi d’anca impiantate nei pazienti obesi. «Da un punto di vista medico, è ragionevole impiantare una protesi anche in soggetti estremamente obesi, se necessaria. Si tratta di un modo efficace per ripristinare la mobilità degli individui affetti da grave artrosi. Diversamente, le alternative consisterebbero in dolore cronico, disabilità e necessità di assistenza infermieristica» hanno concluso il professor Sébastien Lustig dell’Ospedale universitario Croix-Rousse di Lione e il professor Sébastien Parratte dell’Università Aix Marseille di Marsiglia al congresso Efort Ginevra.
Bmi alto comporta un rischio più elevato
Secondo uno studio svizzero, soggetti obesi con indice di massa corporea di 35 kg/m2 o superiore sono a rischio di infezioni e interventi di revisione. Una valutazione di dati provenienti da 2.500 procedure di sostituzione del ginocchio indica che i pazienti con un Bmi di almeno questo livello si sottopongono il doppio delle volte a interventi di revisione rispetto agli altri soggetti, presentando un’incidenza doppia di infezioni gravi.
Il professor Lustig ha affermato che «L’obesità non rappresenta soltanto un problema biomeccanico, bensì un deficit biologico.Ogni libbra di articolazione che sostiene il peso del corpo è soggetta a un carico da quattro a sei libbre. Inoltre l’effetto di essere sovrappeso è ben più complesso e rappresenta un fattore da tenere sempre in considerazione in chirurgia ortopedica».
Sappiamo inoltre che esiste una interazione tra obesità da un lato e sindrome metabolica e disturbi vascolari dall’altro. Originano processi infiammatori e degenerazione della cartilagine, avendo un ruolo nella genesi dell’artrosi. Il diabete, una delle comorbilità tipiche dell’obesità, aumenta del 10% il rischio di infezione negli interventi di sostituzione dell’anca. È pertanto fondamentale che questa condizione venga trattata in modo efficace prima dell’intervento. Altre azioni che scongiurano il rischio di infezioni sono l’interruzione del fumo prima dell’intervento, un’accurata preparazione della cute e l’utilizzo di cemento osseo antibiotato. Queste misure sono particolarmente importanti in presenza di obesità grave.
Ridurre il peso prima di entrare in sala operatoria
Le informazioni fornite al paziente prima dell’intervento di sostituzione dell’anca sono determinanti nel successo dell’intervento stesso. Il professor Parratte ha chiarito che «Non esiste un limite ufficiale di peso per l’impianto di articolazioni protesiche. Tuttavia, nei casi di obesità patologica, ovvero in presenza di Bmi da 40 kg/m2, sarebbe consigliabile che il paziente perda peso prima dell’intervento. I chirurghi devono pertanto discutere con il paziente, valutando tutti i rischi che potrebbero sorgere in caso di mancata perdita di peso nel pre-operatorio». Sono inoltre da discutere possibili modi per ridurre il peso; se necessario anche opzioni chirurgiche, quali il bendaggio gastrico. Prima dell’intervento di sostituzione, i pazienti devono inoltre essere informati su cosa è consentito o non consentito fare con la loro nuova articolazione dell’anca.
Il professor Lustig ha fatto notare che «Il rischio di lussazione è maggiore nei soggetti obesi, in particolare se confrontati con soggetti normopeso. Si stima inoltre che la mobilizzazione asettica di anca artificiale avvenga più frequentemente nei pazienti obesi. Tale condizione è causata principalmente da particelle distaccate o dalla mancanza di stabilità iniziale dell’impianto. Il tipo di articolazione artificiale di anca che si è dimostrato efficace nella prevenzione della lussazione dell’anca è quello con un’elevata compensazione, una ridotta abduzione della coppa e un grande diametro della testa».
Adattare le tecniche chirurgiche al paziente obeso
Anche le tecniche chirurgiche giocano un ruolo importante nella riuscita degli interventi. Per Parratte i chirurghi che operano su pazienti obesi «devono scegliere l’approccio chirurgico con cui hanno più familiarità. Le tecniche chirurgiche mininvasive non sono indicate in tutti i casi».
Con l’aumento di soggetti obesi, che necessitano di sostituzione articolare, è possibile che si assista all’affermazione di particolari tecniche chirurgiche. Una raccomandazione, ad esempio, è che al momento di posizionare una protesi, i chirurghi ortopedici utilizzino come guida modelli personalizzati stante la particolarità dei pazienti. Questo approccio aumenta l’accuratezza, riducendo la perdita ematica e il tempo di intervento. Allo stesso modo contribuisce alla corretta lunghezza delle incisioni e degli impianti in pazienti con un elevato Bmi. Con modelli specifici per pazienti, anche l’asse meccanico può essere ripristinato in modo più affidabile.