
L’equipe di Massimiliano Mosca, direttore della Chirurgia del piede dell’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna, con il team Exactech
L’artropatia degenerativa della tibiotarsica è una condizione sempre più diffusa, debilitante e socialmente costosa, che colpisce circa il 2% della popolazione mondiale. Questa percentuale sembra irrisoria, ma sulla totalità di una popolazione di circa 8 miliardi di persone, corrisponde a circa 160 milioni.
Le opzioni terapeutiche conservative rappresentano la prima scelta terapeutica, ma in caso di mancato miglioramento il trattamento chirurgico dovrebbe essere preso in considerazione. La protesi di caviglia è diventata significativa solo negli ultimi due decenni, a causa delle piccole dimensioni dell’articolazione tibio-tarsica, della complessa biomeccanica e dei vettori di forza a cui è sottoposta quotidianamente.
Esistono però pazienti che mostrano un’anatomia patologica peculiare, come esiti di necrosi avascolare parziale del domo astragalico o eccessivo consumo artrosico dello strato subcondrale. Questo porta a un’alterazione del normale profilo anatomico del domo astragalico e a perdita del bone stock disponibile per l’impianto di componenti protesiche standard.
A questo riguardo, la protesi di caviglia Exactech Vantage è venuta in aiuto dell’operatore rendendo disponibile una componente astragalica dedicata a questi casi, il cosiddetto “Flat Talus”. Questa componente è stata disegnata in modo da avere una superficie osteointegrante osso-protesi piatta, che permetta di eseguire una resezione ossea allo stesso tempo efficace e conservativa del bone stock, rimuovendo solo la quantità di osso necessaria e garantendo un appoggio ideale della componente.
Il primo intervento in Italia
Il 6 luglio 2022 è stata impiantata per la prima volta in Italia la protesi di caviglia Exactech Vantage “Flat Talus”, progettata dai chirurghi della Duke University (North Carolina, Usa) e dal professor Victor Valderrabano (Svizzera).
L’impianto è stato eseguito presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli dal dottor Massimiliano Mosca, supportato dal team Exactech giunto dagli Stati Uniti a Bologna per l’occasione. Tra il chirurgo e l’azienda è stata avviata una proficua collaborazione internazionale scientifica e clinica volta al miglioramento, alla diffusione e al consolidamento dell’utilizzo della protesi di caviglia.
«Fino a qualche anno fa – riflette il dottor Mosca – i problemi legati all’articolazione della caviglia venivano gestiti esclusivamente mediante interventi di artrodesi, vale a dire la fusione dell’articolazione tibiotarsica, in modo da risolvere il dolore. Se da un lato, però, questo tipo di intervento dona sollievo al paziente, dall’altro comporta l’alterazione dello schema del passo di deambulazione e handicap, nonché un sovraccarico delle articolazioni del piede limitrofe, che prima o poi finiscono per deteriorarsi, peggiorando progressivamente la qualità del cammino. L’intervento di sostituzione protesica totale di caviglia – prosegue Massimiliano Mosca – permette invece di eliminare il dolore senza sacrificare la mobilità, poiché si sostituisce l’articolazione danneggiata con una artificiale in metallo: l’impianto riproduce la naturale fisiologia articolare e dona libertà di movimento eliminando il dolore».
Il successo negli ultimi anni della protesi di caviglia è dovuto principalmente all’evoluzione del design protesico nonché alla possibilità, per il paziente, di farsi seguire in centri di alta specializzazione come quello coordinato dal dottor Mosca. Attualmente siamo alla terza generazione di protesi e quasi tutte, oramai, seguono tre principi fondamentali: un corretto bilancio dei legamenti, resezioni ossee minime (per garantire integrità strutturale e apporto vascolare) e un design che si avvicini il più possibile all’anatomia.
Massimiliano Mosca ha effettuato per la prima volta in Italia l’intervento chirurgico utilizzando la nuova versione di protesi “Flat Talus”, studiata e sviluppata per quelle gravi situazioni artrosiche in cui la caviglia risulta essere molto deteriorata. L’intervento, non privo di difficoltà, è stato eseguito nei tempi previsti e senza complicazioni.
«L’occasione è stata utile anche per porre le basi per una futura evoluzione del sistema – ha detto Mosca –, che vedrà l’attività chirurgica essere supportata dalla navigazione (Exactech GPS) e questo permetterà di migliorare ancora di più il dimensionamento e posizionamento delle componenti protesiche».