
> Nicola Marzano (a destra) ed Elias Tsamis (a sinistra) con un paziente a due ore dall’intervento chirurgico di protesi totale di ginocchio
L’artroplastica totale di ginocchio è utilizzata da almeno trent’anni e i sistemi protesici si sono molto evoluti. Il ginocchio Truliant Logic di Exactech è in continua evoluzione e le osservazioni cliniche hanno dimostrato un tasso di sopravvivenza degli impianti a lungo termine del 91-99%. Anche secondo i dati, quindi, è chiaro non ci sia bisogno di una rivoluzione in questo tipo di chirurgia: la vera chiave di lettura va ricercata ancora una volta nella mano del chirurgo e nel rapporto con il suo paziente. «Un intervento di protesi di ginocchio non passa solo dal bisturi ma anche da una serie di sinergie tra paziente, famiglia del paziente, fisioterapisti, personale di sala operatoria e di reparto e dagli anestesisti» spiega il dottor Nicola Marzano (CDC Rizzola-San Donà di Piave), che da anni collabora con Exactech Italia e che, mettendo a frutto l’esperienza sulla chirurgia del ginocchio, ha messo a punto un metodo innovativo: il metodo Advanced Recovery Surgery (ADR), che ha come scopo principale quello di migliorare i risultati, ridurre le complicanze associate alla chirurgia e una minore durata della degenza.
La genesi dell’Advanced Recovery Surgery
Tutto nasce tanti anni fa quando il dottor Marzano incomincia la sua attività ortopedica in ospedale e da subito capisce che il cammino da percorrere è nell’alta specializzazione. Solo con esperienza mirata su una chirurgia specifica è possibile avere i migliori risultati. Inizia quindi un percorso di crescita su tutte le patologie del ginocchio che gli permetteranno di acquisire tutte le conoscenze necessarie. Capisce che per migliorare, l’attenzione va posta alla gestione pre e post-operatoria attraverso il rapporto medico-paziente.
È questa la genesi dell’Advanced Recovery Surgery, una tecnica che permette far camminare il paziente subito dopo l’intervento e di salire le scale dopo appena tre ore. Tale evento è possibile perché si utilizza un approccio chirurgico poco invasivo, che diminuisce sia il trauma sia la perdita di sangue. L’anestesia è personalizzata e calibrata alla tipologia di intervento. Al paziente viene spiegato il metodo, che prevede di seguire semplici regole che se rispettate permetteranno di ottenere il risultato di uscire dalla sala operatoria con le proprie gambe. L’operazione viene preceduta da una adeguata preparazione fisioterapica e psicologica per ridurre l’ansia e di conseguenza il dolore che ad essa è correlato.
Gli ingredienti di un metodo di successo
Tutto inizia con la “riunione prima dell’operazione”: questo evento permette ai pazienti e ai familiari di avere consapevolezza sulle azioni da compiere. Molto importante è il ruolo dei familiari che saranno coinvolti nel post-operatorio, garantendo maggiore sicurezza. Un altro elemento importante è la consapevolezza che il paziente non si sentirà mai solo. Avrà il supporto continuo dello staff chirurgico, perché «la mente deve essere libera da paure».
L’organizzazione di questa particolare procedura è basata su una serie di sinergie. Le persone di reparto sono affiatate, specializzate, ed eseguono un programma dettagliato che va dalla fase pre-operatoria, periodo di degenza, alle dimissioni, tutto sotto l’attenta supervisione del chirurgo e del suo staff. In sala operatoria si esegue un programma standardizzato che punta a una durata dell’operazione ridotta (30 minuti circa) per ridurre lo stress chirurgico e abbattere il rischio trombo-embolico.
Dopo l’intervento, se l’arto ha completamente ripreso la sensibilità, d’accordo con l’anestesista, è consentito il carico immediato e completo. I pazienti sono mobilizzati entro 30 minuti dopo l’operazione ed escono dalla sala operatoria con le proprie gambe, sotto l’occhio vigile dello staff dedicato che continuerà a seguirlo. Le dimissioni avvengono dopo circa 2/3 gg previa riunione finale.
Per quanto riguarda i farmaci, è stato messo a punto un protocollo di terapia pre e post-operatoria che riduce al minimo l’invasività del trattamento, garantendo la propriocezione dell’arto operato.
La riabilitazione mira a recuperare la completa articolarità e corretta deambulazione con ausilio di stampelle. Questo obiettivo viene raggiunto chiedendo ai pazienti di collaborare attivamente per recuperare la flesso estensione attiva e passiva del ginocchio.
La risposta dei pazienti
Con uno studio prospettico, basato su 704 protesi impiantate in 481 pazienti operati tra il 2014 e il 2017, sono stati valutati i risultati chirurgici e funzionali dell’Advanced Recovery Surgery e anche il grado di soddisfazione dei pazienti.
I pazienti sono stati seguiti per 12 mesi. L’88,5% di loro si sono dichiarati soddisfatti o molto soddisfatti (24,5% molto soddisfatti), mentre solo il 2,1% non era completamente soddisfatto. Le complicanze sono state solo del 2% (prevalentemente rigidità), con un solo caso di infezione.