
Giuseppe Sessa
SPECIALE CONGRESSO SIOT
L’introduzione della legge Gelli sulla responsabilità medica ha creato forti aspettative nella classe medica e in quella ortopedica in particolare. Molti però sono i dubbi interpretativi e l’efficacia della legge è ancora tutta da verificare
Il congresso nazionale della Società italiana di ortopedia e traumatologia si tiene appena qualche mese dopo l’approvazione della Legge Gelli sulla responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie, che interviene con molta forza su una materia difficile, che attendeva da anni un cambiamento d’approccio rispetto al passato. Gli ortopedici sono tra i medici maggiormente interessati, essendo stati coinvolti negli ultimi anni in un ricorso al contenzioso legale di proporzioni anomale e tale da determinare conseguenze pesanti sul normale svolgimento della professione.
Abbiamo chiesto al presidente Siot Giuseppe Sessa una valutazione, ancora tutto sommato “a caldo”, della Legge sulla responsabilità professionale, della quale si parlerà ancora molto, a partire dalla sessione Sos Medico Legale in programma sabato 21 ottobre all’interno del congresso Siot di Palermo.
Presidente Sessa, sono passati pochi mesi dall’approvazione della Legge Gelli sulla responsabilità professionale. È possibile vederne già qualche effetto?
Si tratta di un primo, ma fondamentale passo per diminuire il contenzioso medico-legale.
L’unico intervento legislativo che avrebbe potuto arginare tale situazione in maniera definitiva non poteva che essere una radicale depenalizzazione delle condotte del sanitario, con tutti i conseguenti problemi di tenuta dal punto di vista costituzionale.
Vedo comunque nella Legge Gelli due obiettivi positivi fondamentali: il primo è la tutela degli operatori sanitari e la garanzia di risarcimenti in caso di errore: una gestione del rischio strutturata, linee guida attendibili sotto il punto di vista scientifico e metodologico e tabelle chiare sono gli elementi di una svolta culturale, prima ancora che giuridica.
In secondo luogo, si modifica il sistema della responsabilità penale del medico perché questo possa essere adeguatamente tutelato e così ripristinare quella delicata alleanza terapeutica in cui medico e paziente sono chiamati a scelte a volte difficili.
In generale qual è il suo giudizio sulla legge e sul nuovo quadro normativo?
Ancora è presto per trarre delle conclusioni definitive. Ci sono grosse aspettative da parte della comunità medica in generale, e sicuramente di quella ortopedica in particolare.
In via preliminare occorre precisare che questa riforma si inserisce nel solco tracciato dal decreto Balduzzi, con il quale si era cercato di contrastare il fenomeno della medicina difensiva, limitando l’area della punibilità di una determinata categoria di eventuali rei, rappresentati da coloro che esercitano le professioni sanitarie.
Tuttavia, quanto contenuto all’interno dell’articolo 5 della legge in questione, secondo cui il rispetto delle linee guida e delle buone pratiche mediche è imposto a questi soggetti «nell’esecuzione delle prestazioni sanitarie con finalità preventive, diagnostiche, terapeutiche, palliative, riabilitative e di medicina legale», non sembrerebbe riuscire a definire in modo chiaro l’ampiezza della suddetta area.
Ci sono ancora aspetti scoperti o criticità che a suo avviso richiederebbero ulteriori interventi del legislatore?
Sicuramente l’argomento linee guida: in primis il legislatore non specifica quale sia il grado di adeguamento della condotta del medico, in questo caso ortopedico, alle linee guida; adeguamento che vale ai fini della dispensa della responsabilità penale per colpa. È necessario un integrale discostamento dalle stesse? E, ad esempio, quali possono essere i criteri sui quali basare tale giudizio?
Pare chiaro che, all’interno di un singolo caso complesso, la linea guida a cui il medico deve fare riferimento possa presentare più comportamenti, diversi o addirittura alternativi tra di loro, da seguire.
Poi, il riferimento all’adeguatezza delle linee guida non chiarisce se questo parametro debba essere inteso in termini qualitativi o quantitativi.
Infine, anche il richiamo al concetto di imperizia, tutt’altro che certo anche dal punto di vista dottrinale e giurisprudenziale, non contribuirà a fornire elementi di certezza in materia.
Pur con le ambiguità che lei segnala, la legge Gelli assegna alle linee guida un’importanza ancora maggiore rispetto al passato. In che modo la Siot si è attivata per produrre linee guida da far accreditare presso il ministero?
La Siot, che ho l’onore di presiedere, è una società scientifica che già da diversi anni ha sviluppato gruppi di lavoro altamente specializzati, sia scientificamente che metodologicamente, rivolti alla produzione di linee guida per aiutare a ottenere un percorso assistenziale di livello elevato per i pazienti.
Voglio ricordare fra le linee guida prodotte da Siot negli ultimi anni quelle in ambito oncologico muscoloscheletrico, disciplina che da sempre vede l’Italia ai vertici della comunità internazionale per qualità e livello di assistenza. Ma non solo, sono state prodotte linee guida sul mal di schiena, sulla scoliosi, sull’alluce valgo, sul trattamento delle infezioni e molto altro.
Nel 2018 l’Italia sarà la guest nation al congresso Aaos, la principale associazione ortopedica degli Stati Uniti. Come vi preparerete a questo importante evento?
È un evento che ci onora molto. Gli ortopedici italiani frequentano assiduamente il congresso Aaos e in alcuni ambiti, come quello dei video chirurgici, sono premiati ogni anno per i prodotti scientifici che presentano ai colleghi di tutto il mondo.
La Siot si sta preparando con un panel di esperti che si confronterà con i colleghi statunitensi su tematiche di grande attualità e complessità, come la chirurgia del bacino e le infezioni. Inoltre, ci sarà un forum proprio sulla responsabilità del medico in cui colleghi da tutto il mondo affronteranno la tematica a 360 gradi.
Sono convinto che anche quest’anno avremo la conferma dell’altissimo livello di assistenza che gli ortopedici italiani forniscono ai loro pazienti quotidianamente, all’altezza dei migliori standard internazionali.
Renato Torlaschi
Giornalista Tabloid di Ortopedia
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