Storicamente, sono stati definiti due angoli chiave – antiversione e inclinazione – per valutare il rischio di lussazione a seguito di un’artroplastica totale dell’anca, andando a delimitare una “safe zone” acetabolare per il posizionamento dell’impianto. Ma questa zona è probabilmente diversa rispetto a quanto precedentemente riportato, secondo una nuova ricerca di Mario Hevesi della Mayo Clinic di Rochester, negli Stati Uniti (1).
Per i chirurghi ortopedici, assicurarsi che questi angoli siano riprodotti accuratamente durante la sostituzione dell’anca è un passaggio che aiuta a ridurre il rischio di lussazione post-operatoria, una delle complicanze più comuni dopo questo tipo di intervento, che può avere un elevato impatto sulla qualità di vita del paziente.
Nel lontano 1978 era stato pubblicato uno studio (2) che introduceva il concetto, allora innovativo, di “safe zone”, ma che risentiva del limite di fondare delle proposte sull’esame di appena 300 casi. Studi successivi hanno dimostrato che molte delle lussazioni che si verificano dopo una chirurgia protesica dell’anca presentano angoli che in teoria avrebbero dovuto garantire una maggiore sicurezza.
Per aggiornare in modo più rigoroso la definizione della zona sicura, il team statunitense ha analizzato le radiografie di 9.907 interventi primari di sostituzione d’anca in 8.081 pazienti, eseguiti da 35 diversi chirurghi presso la Mayo Clinic tra il 2000 e il 2017. Per gestire questo grande volume di misurazioni radiografiche, i ricercatori hanno adottato un approccio già precedentemente convalidato e altamente preciso, con l’aiuto di metodiche di intelligenza artificiale.
La lussazione si è verificata nel 3% dei casi, in media due anni dopo l’intervento. Le analisi delle radiografie hanno portato a risultati clinicamente rilevanti riguardo ai due angoli utilizzati per delimitare la safe zone. È stata misurata un’antiversione acetabolare media di 32 gradi nei i pazienti che non avevano una lussazione, notevolmente superiore all’angolo di antiversione ideale di 15 gradi proposto dallo studio del 1978.
I ricercatori hanno eseguito ulteriori analisi per ottimizzare la zona sicura acetabolare e hanno scoperto che il rischio di lussazione è più basso con un angolo di antiversione compreso tra i 18 e i 38 gradi.
Per l’angolo di inclinazione acetabolare, la zona di sicurezza stimata è stata tra 27 e 47 gradi, simile a quella tra 30 e 47 gradi accettata in precedenza.
Quando i due angoli sono stati considerati insieme, l’antiversione ha avuto un impatto maggiore sul rischio di lussazione rispetto all’inclinazione.
Sebbene la posizione dei valori della zona sicura fosse simile per uomini e donne, il rischio di lussazione è risultato inferiore per gli uomini, per i pazienti con teste femorali impiantate di dimensioni maggiori (36 millimetri o più) e negli interventi eseguiti con accesso anteriore diretto.
Anche se non è la prima volta che si sollevano dubbi e si propongono modifiche alle definizioni generalmente accettate per le zone sicure, la base di dati di quasi 10mila pazienti conferisce particolare autorevolezza a questo studio.
Renato Torlaschi
Giornalista Tabloid di Ortopedia
Bibliografia
1. Hevesi M, Wyles CC, Rouzrokh P, et al. Redefining the 3D Topography of the Acetabular Safe Zone: A Multivariable Study Evaluating Prosthetic Hip Stability. J Bone Joint Surg Am. 2022 Feb 2;104(3):239-245.
2. Lewinnek GE, Lewis JL, Tarr R, Compere CL, Zimmerman JR. Dislocations after total hip-replacement arthroplasties. J Bone Joint Surg Am 1978;60:217-20.