
Un nuovo studio sulla Tac mostra che una riduzione delle dimensioni e della densità del muscolo, come si vede (in rosso) nell’immagine più in basso, si associa a maggiore fragilità e ridotta aspettativa di vita nei pazienti con frattura di femore. Credit: Copyright
UC Regents 2017
La tomografia computerizzata, utilizzata per valutare la salute muscolare, può aiutare a identificare i trattamenti ottimali per le fratture di femore da fragilità negli anziani: lo indica uno studio condotto dai radiologi americani della UC Davis (California) e del Wake Forest Baptist medical center (North Carolina).
È la prima volta che la diagnostica per immagini viene sperimentata per prevedere la sopravvivenza dei pazienti che hanno subito questo trauma, così comune e dalla prognosi spesso incerta. I medici potrebbero utilizzare le informazioni relative alla perdita muscolare per determinare il grado di fragilità del paziente e influire sulle decisioni da prendere nel percorso di trattamento: lo sostiene Robert Boutin, professore di radiologia alla UC Davis e coordinatore dello studio, pubblicato sull’American Journal of Roentgenology.
Per esempio, un paziente con un’aspettativa di vita favorevole potrebbe essere indirizzato a un’artroplastica totale d’anca, avendo meno probabilità di complicazioni e di interventi di revisione, con l’attesa di una buona funzionalità e qualità di vita. Al contrario, quando l’esame radiografico, unito a quello clinico, conferma uno stato di elevata fragilità, potrebbe essere indicata una chirurgia più semplice.
«Con l’aumento dell’età dei pazienti – afferma Boutin – diventa sempre più importante identificare i trattamenti ortopedici più sicuri e che promettono benefici maggiori; le immagini della Tac per valutare lo stato dei muscoli oltre a quello delle ossa può servire proprio a personalizzare il trattamento in funzione dei bisogni dei pazienti. È particolarmente interessante il fatto che queste informazioni aggiuntive siano già presenti in qualsiasi Tac effettuata di routine, al torace, all’addome o al bacino, quindi non sono generalmente richiesti i costi di ulteriori esami, altre apparecchiature o nuovi software».
Lo studio di Boutin è stato condotto su 300 persone di almeno 65 anni trattati per sospetta frattura di femore in seguito a caduta, nel corso di un decennio, tra il 2005 e il 2015. I ricercatori hanno valutato le Tac misurando anche la dimensione e la densità dei muscoli lungo la colonna a livello lombare e toracico; questi dati, incrociati con la mortalità, hanno dimostrato una chiara associazione. Gli autori sperano che la loro ricerca stimoli una maggiore attenzione e ulteriori approfondimenti scientifici sulla sarcopenia, che assume caratteri epidemici in larga parte del mondo ed è già riconosciuta come una delle è una delle cause principali di disabilità nelle persone anziane.
Renato Torlaschi
Giornalista Tabloid di Ortopedia