Le iniezioni di steroidi possono portare benefici a breve termine nell’alleviare la sintomatologia dolorosa associata alla sindrome del tunnel carpale, ma non rappresentano la soluzione definitiva, tanto che la maggior parte dei pazienti che intraprende questo tipo di trattamento si sottopone comunque all’intervento chirurgico entro un anno.
Ad affermarlo è uno studio condotto da ricercatori svedesi coordinati dal dottor Isam Atroshi dell’Hässleholm Hospital, che hanno arruolato un campione di 111 pazienti di età compresa tra 18 e 70 anni affetti da sindrome del tunnel carpale.
La sindrome del tunnel carpale è una neuropatia piuttosto diffusa causata dalla compressione esercitata sul nervo mediano da parte dei legamenti all’interno del canale carpale del polso, che in particolari condizioni possono ispessissi e ridurre lo spazio nel quale il nervo risiede.
La pressione sul nervo può dare origine a sintomi tipici quali formicolio, debolezza e dolore, soprattutto nelle ore notturne, che possono portare a una progressiva limitazione della funzioni del polso.
In genere la condizione, che può interessare una o entrambe le mani, viene inizialmente trattata con splintaggio del polso e, nel caso in cui non si verifichino miglioramenti apprezzabili, con iniezioni di steroidi. Nei casi più gravi il passo successivo consiste nel ricorso all’intervento chirurgico.
Gli autori dello studio, che è stato pubblicato su Annals of Internal Medicine, hanno trattato i pazienti con iniezioni di metilprednisolone, in dosaggi differenti di 80 o 40 mg, o con placebo. Tutti i partecipanti presentavano i sintomi del tunnel carpale e non avevano ottenuto benefici dallo splintaggio del polso.
Dieci settimane dopo, i pazienti a cui erano stati somministrati steroidi erano meno propensi a riferire dolore, intorpidimento o formicolio rispetto a quelli a cui era stato somministrato un placebo. A distanza di un anno, tuttavia, il 73% dei pazienti che si era sottoposto al trattamento con iniezioni di 80 mg di steroidi ha optato per l’intervento chirurgico, così come ha fatto l’81% dei pazienti a cui è stata somministrata una dose inferiore di steroidi e il 92% di coloro che hanno ricevuto una terapia placebo.
I risultati dello studio sembrerebbero suggerire che gli steroidi non sono così efficaci da evitare l’intervento chirurgico, scoperta un po’ sorprendente, a detta degli autori, in quanto per molti medici rappresenta un trattamento di routine. «Non sapevamo quanto fossero efficaci le iniezioni di steroidi, quindi non ci aspettavamo un risultato particolare» ha commentato Isam Atroshi. «La chirurgia è efficace perché, dividendo il legamento che forma il tetto del tunnel, o “aprendo” il tunnel carpale, si verifica rapidamente una drastica diminuzione della pressione e sollievo dai sintomi e l’effetto è duraturo».
APPROFONDIMENTO: le iniezioni ecoguidate di steroidi per la sindrome del tunnel carpale
Guarda l’intervista alla dottoressa Valentina Picerno, Unità di Reumatologia, Dipartimento di Medicina Clinica Chirurgia e Neuroscienze, Università degli Studi di Siena
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