Paolo Tranquilli Leali, presidente della Società italiana di ortopedia e traumatologia (Siot), è stato ascoltato in audizione dalla commissione Sanità del Senato della Repubblica il 18 marzo in qualità di esperto della materia nell’ambito dell’istruttoria sulla missione salute del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Sono sei le aree tematiche che il presidente Siot ha portato all’attenzione della commissione Sanità, valutando effetti e conseguenze dell’impatto delle misure restrittive anti-Covid adottate negli ultimi 12 mesi per limitare la diffusione del contagio: liste d’attesa, piano vaccini, dispositivi medici, pari opportunità, formazione continua, comunicazione con i pazienti e telemedicina.
La proposta del day hospital
Solo in ortopedia a fronte dei circa 220mila interventi di protesi articolari del 2019, nell’anno della pandemia si è avuta una riduzione di oltre 130mila interventi in elezione. Inoltre al momento per la Siot «le sale operatorie non riescono a riprendere i ritmi usuali perché le procedure di sanificazione Covid ne riducono la produttività anche del 50%». In un simile scenario, appare difficile recuperare tutte le operazioni rinviate.
Per far fronte all’incremento di “produttività chirurgica” dell’ortopedia necessario per la riduzione delle liste d’attesa, la Siot ha allora istituito una task force dedicata allo studio di fattibilità di un approccio diffuso e molto studiato in Nord America che prevede che gli interventi di sostituzione protesica siano effettuati in day hospital. Come riporta il documento Siot portato in audizione (ecco il documento integrale), «numerosi studi clinici nord americani documentano come, nel 70% dei casi, sia possibile procedere, in piena sicurezza per i pazienti e senza nessun aumento di infezioni e complicazioni post-operatorie, a interventi di sostituzione protesica in regime di day hospital».
La società scientifica sta lavorando a un concreto progetto di “stratificazione ragionata” dei pazienti in lista, in modo da individuare (con un apposito software) quelli adatti a degenze di 1, 3 o 5 giorni, tempo quest’ultimo che costituisce comunque la prassi in oltre il 70% della chirurgia di elezione.
Andrea Peren
Giornalista Tabloid di Ortopedia