Fin dalla sua comparsa sul mercato, il cellulare è stato additato come possibile fonte di rischi per la salute in base all’ipotesi, tuttora non dimostrata, che le onde elettromagnetiche emesse possano svolgere un’azione nociva sull’organismo. Ora però i ricercatori dell’Università di Malaga, in Spagna, chiamano in causa gli onnipresenti telefonini per un’altra ragione, evidenziando come il loro utilizzo continuo, soprattutto tra i giovani, vada di pari passo con il diffondersi di nuove patologie a carico del dito pollice. Realizzata in collaborazione con un team italiano della Fondazione Don Gnocchi e uno statunitense della Gannon University, la ricerca ha individuato un cambiamento generazionale nell’utilizzo del pollice dovuto proprio al frequente uso dei cellulari.
«Abbiamo scoperto una correlazione diretta tra l’occupazione e le abitudini delle persone e il dolore al pollice» ha dichiarato Raquel Cantero, che all’Università di Malaga è professoressa presso il dipartimento di Fisioterapia, rilevando che le patologie stanno cambiando e i pollici atrofizzati si presentano con maggiore frequenza all’osservazione dei clinici, tanto che già si parla esplicitamente di tendinite da iPhone.
L’esperta sottolinea che giovani e adolescenti non esercitano con la stessa frequenza delle generazioni precedenti l’azione di presa e a scuola la scrittura è meno frequente, essendo sostituita sempre più spesso dall’utilizzo di dispositivi touch-screen.
La fisioterapista è arrivata a prevedere che questi gesti protratti possano portare a modificazioni e persino a un’evoluzione della conformazione della mano stessa e ha delineato una possibile linea di ricerca da portare avanti su questo tema.
«Se pensiamo a quello che è successo alla struttura cerebrale dei primati quando hanno abbandonato la loro vita prevalentemente arboricola per muoversi sul terreno e a come hanno iniziato a utilizzare le mani in modo differente, viene da chiedersi – ha detto Cantero – se, con il passare del tempo e con il protratto cambiamento delle nuove generazioni nell’uso del pollice, il dito chiave nella funzionalità della mano, non si produrrà un nuovo mutamento fisiologico».
Intervenuta lo scorso giugno a Berlino al più importante congresso internazionale dedicato alle patologie della mano, la ricercatrice spagnola ha proposto questa problematica alla riflessione degli esperti, oltre a presentare tecniche minimamente invasive per alleviare il sempre più diffuso dolore al pollice.
Giampiero Pilat
Giornalista Tabloid di Ortopedia