Le lesioni cartilaginee sono molto comuni nella popolazione, specie nei soggetti adulti e anziani. Vista la natura biologica della cartilagine ialina, ossia l’assenza di terminazioni nervose, vasi sanguigni e linfatici e la sua scarsa capacità rigenerativa (scarsi numeri di cellule indifferenziate), sono stati proposti diversi approcci di trattamento, tra cui i riparativi e i ricostruttivi. Tra i primi si annoverano le microfratture procurate in sede subcondrale: tali lesioni favorirebbero il sanguinamento e quindi l’arrivo di cellule progenitrici che darebbero luogo ai condrociti. Tra gli approcci ricostruttivi troviamo il trapianto autologo di cellule cartilaginee prelevate dal soggetto in un’area di ridotto carico. L’impianto di condrociti è stato il primo approccio biologico al trattamento di lesioni condrali del ginocchio.
L’approccio di trapianto di condrociti autologhi ha visto un buon successo in termini di outcome, come evidenziato da numerosi studi e review in materia, anche con follow-up di buona durata. La riabilitazione prevede una precoce mobilitazione dell’articolazione, con un carico completo raggiunto alle 6 settimane post-intervento. Il ritorno all’attività non avviene prima delle 12 settimane.
Nonostante ciò, ancora non risultano chiare le indicazioni al trattamento né se vi sia un reale vantaggio rispetto alle altre tecniche, come le microfratture. Uno svantaggio di tale tecnica è rappresentato dai due tempi chirurgici, il primo in artroscopia per isolare il tessuto cartilagineo, e il secondo in artrotomia per l’impianto delle cellule espanse in vitro per diverse settimane. Tale approccio impatta anche negativamente sui costi. La possibilità di eseguire anche il secondo intervento per via artroscopica ne ridurrà l’invasività, con conseguente aumento delle possibili indicazioni.
Causero A, Di Benedetto P, Beltrame A, Mancuso F. Il trattamento delle lesioni cartilaginee con impianto di condrociti autologhi. GIOT agosto 2011;37(suppl.1):113-116.