Giovedì 8 e venerdì 9 ottobre al Palazzo dei Congressi di Riccione (e in diretta streaming sulla piattaforma Otodi Web Tv) si è tenuto il primo congresso di ortopedia e traumatologia post-lockdown: il Trauma Meeting edizione speciale.
Un’edizione che, seppur ridotta, per quest’anno sarà l’unica reale occasione di incontro nazionale fra i colleghi ortopedici, anche se all’insegna del distanziamento. Un’edizione che, a suo modo, passerà alla storia.
Al Trauma Meeting hanno partecipato 454 chirurghi in presenza, di cui 208 specializzandi impegnati nel Boot Camp, seduti su banchi distanziati, come a scuola. Altri 492 ortopedici e traumatologi hanno seguito i lavori scientifici online.
«Un evento ibrido nell’ibrido – lo ha definito Laura Roberto, event manager e titolare di Lcf Congress Factory, la segreteria organizzativa di Otodi –. Siamo andati oltre la semplice combinazione tra residenziale e online: in una stessa sessione avevamo moderatori in presenza a Riccione, moderatori collegati da remoto, relatori presenti e relatori online. Il tutto è stato programmato nei minimi dettagli e poteva essere seguito in presenza o sulla piattaforma Otodi Web Tv e, in parte, anche sui social».
Un impegno organizzativo e tecnologico importante, con una squadra di ingegneri e tecnici informatici che ha garantito il corretto svolgimento dei lavori, collegando persone da più parti d’Italia e anche dall’estero. Un impegno che si traduce in maggiori costi rispetto al passato, che insieme a quelli per sicurezza e prevenzione dei contagi (dalle autocertificazioni e misurazioni della temperatura alle sanificazioni continue) modificano il conto economico dei congressi: ai tempi della pandemia gli eventi sono costosi e non possono essere improvvisati. Nonostante le difficoltà – ci fanno sapere dalla segreteria Otodi – il Trauma Meeting di quest’anno non ha chiuso in perdita.
Andrea Peren
Giornalista Tabloid di Ortopedia