I farmaci antireumatici che modificano l’andamento della malattia (Dmard, disease-modifying antirheumatic drug) e la loro versione biologica (bDmard) hanno rappresentato un importante progresso nel rallentare la progressione dell’artrite reumatoide e nel trattamento di altre malattie croniche, ma sono stati spesso associati a un aumentato rischio di infezione chirurgica.
Che fare dunque quando i pazienti che sono in terapia con questi farmaci devono essere sottoposti a chirurgia ortopedica?
Una revisione e metanalisi coordinata da Bernard van Duren dell’Università di Leeds, nel Regno Unito, e pubblicata su The Journal of Bone and Joint Surgery ha mostrato che la loro sospensione non peggiora il rischio di infezioni del sito chirurgico e non determina un ritardo nella guarigione delle ferite, ma può aumentare le probabilità di andare incontro a una riacutizzazione della malattia.
L’esame della letteratura ha portato gli autori a individuare 11 studi per un totale di 4.959 partecipanti che, prima di un intervento ortopedico, hanno interrotto il trattamento con bDmard e di altri 2.385 che lo hanno continuato; si trattava principalmente di pazienti con artrite reumatoide, trattati con inibitori del fattore di necrosi tumorale.
La metanalisi non ha riscontrato differenze significative nel tasso di infezioni del sito chirurgico tra i pazienti che hanno interrotto (3,06%) rispetto a quelli che hanno continuato la terapia (2,9%), neppure nelle analisi dei sottogruppi di pazienti sottoposti ad artroplastica totale di articolazione. Anche i tassi di ritardo nella guarigione delle ferite non sono stati radicalmente diversi (rispettivamente 2,28% e 0,99%).
Tuttavia, tra i soggetti che avevano interrotto l’assunzione di bDmard, uno su quattro ha notato un netto peggioramento della malattia nel periodo post-operatorio, rispetto a una percentuale di appena il 7,32% riscontrata nell’altro gruppo. Inoltre, la recrudescenza della loro patologia ha spesso comportato un trattamento con corticosteroidi, con l’introduzione di un ulteriore rischio di infezione.
«È quindi importante bilanciare il rischio di peggioramento con il rischio di infezione, per prendere una decisione riguardo alla prosecuzione o all’interruzione di bDmard in questi pazienti», scrivono gli autori, ricordando però che i lavori che hanno analizzato erano di qualità scientifica generalmente bassa e raccomandando la progettazione di studi randomizzati controllati «per fornire risposte definitive su questo tema di grande rilevanza clinica».
Giampiero Pilat
Giornalista Tabloid di Ortopedia