Accanto alla terapia di ablazione con radiofrequenza, il blocco anestetico delle fibre sensoriali dei rami del nervo genicolare del ginocchio rappresenta una tecnica innovativa per il controllo del dolore artrosico cronico, che può essere considerata un’alternativa alla chirurgia protesica quando non indicata o un provvedimento provvisorio in attesa di praticarla. Il target normalmente è costituito dai rami superolaterale, superomediale e inferomediale del nervo in quanto raggiungibili in sicurezza attraverso guida ecografica in color Doppler.
Diversi studi di casi o serie di casi nei quali è stata messa a confronto con altri tipi di intervento farmacologico, prevalentemente l’inoculazione intrarticolare di steroidi, ne hanno dimostrato l’efficacia nell’alleviare almeno temporaneamente la sintomatologia.
Data la relativa difficoltà di interpretazione dei risultati comparativi nel confronto con trattamenti alternativi la cui efficacia è limitata e incostante, un gruppo di ricercatori australiani della Flinders University di Adelaide ha deciso di testare l’intervento in uno studio controllato con placebo. Il trial ha coinvolto 59 pazienti con dolore articolare persistente, di durata superiore a 4 anni, che sono stati suddivisi al 50% circa tra i due trattamenti e seguiti in un follow-up di 12 settimane nel corso del quale hanno riportato su due scale di valutazione soggettiva le caratteristiche del dolore e della limitazione funzionale al momento del reclutamento e poi a distanza di 2, 4, 8 e 12 settimane dalla somministrazione dell’anestetico o del placebo. Come agente bloccante è stata utilizzata una soluzione costituita da 1 ml di celestone cronodose (5,7 mg) e 3 ml di bupivacaina allo 0,5% che è stata inoculata in sede perineurale, mentre a fare da placebo è stata l’iniezione sottocutanea a un centimetro di profondità di 1 ml di soluzione fisiologica, che è stata praticata in corrispondenza degli stessi tre siti scelti per l’accesso ai rami nervosi.
I punteggi ottenuti sulle due scale di valutazione hanno descritto una sensibile riduzione della sintomatologia nel gruppo dei pazienti trattati con blocco nervoso in confronto ai controlli, con un graduale declino dell’efficacia nell’arco delle 12 settimane.
Monica Oldani
Giornalista Tabloid di Ortopedia