Nell’avulsione della spina tibiale, il legamento crociato anteriore si stacca dalla sua inserzione tibiale. Di eziologia traumatica, la frattura interessa principalmente ragazzi e ragazze tra gli 8 e i 14 anni.
La scelta chirurgica non è sempre obbligata e prevede diverse tecniche, tra cui prevalgono la fissazione con accesso mininvasivo utilizzando viti cannulate e la sutura transossea con tecnica pull out. Non è però noto come i diversi tipi di trattamento, conservativo o chirurgico, influiscano sulla guarigione, sull’ampiezza di movimento o sulla lassità dell’arto.
Shannon McGurty del Boston Children’s Hospital ha presentato uno studio su questa particolare frattura al recente congresso dell’American Orthopaedic Society for Sports Medicine. Con i suoi colleghi, McGurty ha raccolto dati su 578 pazienti trattati per frattura della spina tibiale dal 1 gennaio 2000 al 31 gennaio 2018 in dieci diversi ospedali.
Prima del trattamento e nell’ultima visita di controllo, i ricercatori hanno misurato il range of motion (Rom) e lo spostamento del labbro anteriore della spina. Quest’ultimo è stato classificato come eccellente se inferiore a 1 mm, buono da 1 a 3 mm, discreto da 3 a 5 mm e scadente oltre i 5 mm.
L’82% dei pazienti esaminati (474 su 578) è stato sottoposto a un intervento chirurgico, mentre solo il 18% dei pazienti ha ricevuto un trattamento conservativo.
Nel complesso, non c’è stata una differenza significativa nel Rom tra i pazienti dei due gruppi. Lo spostamento medio del labbro anteriore prima del trattamento era di 6,1 mm e si è ridotto sensibilmente dopo il trattamento, scendendo a 0,7 mm. Alla visita finale oltre la metà dei pazienti (52%) è stata classificata nel gruppo eccellente, mentre prima del trattamento erano solo il 4%. Anche l’estensione del movimento è migliorata, con un Rom medio passato da 75 gradi a 140 gradi dopo il trattamento.
Pazienti con un risultato classificati nel gruppo scadente relativamente allo spostamento del labbro anteriore hanno anche fatto registrare un range of motion di 10 gradi inferiori rispetto a quelli inseriti nel gruppo eccellente.
Non si sono invece rilevate associazioni tra categoria di spostamento del labbro anteriore e lassità residua.
Il 16% dei pazienti operati e l’11% di quelli sottoposti a trattamento conservativo hanno avuto un’artrofibrosi e un totale di 37 pazienti ha dovuto ricevere un trattattamento chirurgico per questa condizione, che tuttavia non si è associata all’entità dello spostamento del labbro anteriore.
«I pazienti che hanno ricevuto il trattamento chirurgico e che mostravano contratture sia nel movimento di estensione che di flessione avevano un rischio di complicanze 2,2 volte maggiore di quelli che non avevano contratture – ha riferito McGurty –. In generale, i pazienti operati hanno ottenuto una maggiore stabilità rispetto ai pazienti non trattati chirurgicamente ma hanno avuto più complicazioni e reinterventi. Questo studio fornisce la prova che i pazienti sono in grado di tornare alla gamma completa di movimento con ginocchia stabili anche senza una riduzione ideale del labbro anteriore, suggerendo che questa riduzione anatomica potrebbe non essere obbligatoria».
Giampiero Pilat
Giornalista Tabloid di Ortopedia
Ganley T, Ellis H, Shimberg J, Cruz A, Aoyama J, Fabricant P, Green D, Johnson B, Kushare I, Lee RJ, McKay S, Milbrandt T, Patel N, Rhodes J, Sachleben B, Traver J, Mistovich J, Schmale G, Leska T, Cook D, Yen YM, McGurty S. Paper 21: anterior displacement of tibial spine fractures, does anatomic reduction matter? Orthop J Sports Med. 2022 Jul 28;10(7 suppl5):2325967121S00585.