Gli approcci minimamente invasivi alla chirurgia sono sempre più popolari: rispetto alla chirurgia aperta, comportano degenze di durata inferiore, producono meno danni fisici al paziente e ne risultano minori complicanze e meno dolore post-operatorio. Eppure non ci sono molte evidenze in letteratura a documentare le preferenze dei pazienti verso queste tecniche chirurgiche.
Per questa ragione, desta interesse l’articolo pubblicato sul Journal of Neurosurgery: Spine a cura di un team di ortopedici americani, che hanno affrontato il tema in relazione alla fusione lombare per malattia degenerativa della colonna vertebrale, effettuata dagli autori con tecnica mininvasiva in un gruppo di pazienti e con chirurgia a cielo aperto in un altro. I numeri dello studio lo rendono statisticamente valido: i pazienti esaminati sono stati circa 4.500, un terzo operati con intervento mininvasivo e i restanti due terzi con la chirurgia più tradizionale.
Tre e dodici mesi dopo l’intervento, gli autori hanno valutato la soddisfazione generale dei pazienti (misurata con la scala elaborata dalla North American Spine Society), la riduzione della disabilità (secondo l’indice di disabilità di Oswestry), il dolore alla schiena (punteggio della scala analogica visiva), la durata dell’intervento, i giorni di degenza ospedaliera e il tasso di reinterventi.
Tre mesi dopo la chirurgia, i risultati confermano le aspettative: le procedure mininvasive si sono associate a una soddisfazione significativamente maggiore da parte dei pazienti. La differenza nella soddisfazione è stata più marcata in quelli di sesso maschile, bianchi, obesi e di età inferiore a 58 anni. A questi risultati ha certamente contribuito una frequenza minore di effetti avversi.
Ciò che invece può risultare sorprendente è che, a un anno di distanza dall’intervento, i due gruppi di pazienti abbiano espresso un grado di soddisfazione elevato, ma pressoché identico, anche se l’approccio mininvasivo ha mantenuto una leggera superiorità nella riduzione della disabilità, del dolore alla schiena e agli arti inferiori e nel tasso di reinterventi.
Giampiero Pilat
Giornalista Tabloid di Ortopedia