Ghiaccio sì o ghiaccio no? Un paio di anni fa Takamitsu Arakawa, professore di scienza della riabilitazione all’Università di Kobe, aveva coordinato uno studio (1) che metteva in discussione l’opportunità di applicare immediatamente il ghiaccio dopo un infortunio. «Evitando questo approccio – dichiarava il ricercatore giapponese – si potrebbe ottenere un recupero più rapido». Ora Arakawa compare come autore senior di un nuovo studio pubblicato, su The American Journal of Physiology-Regulatory, Integrative and Comparative Physiology (2) che, a prima vista, sembra smentire il precedente.
Questa sua ultima ricerca, condotta su modello murino, ha infatti dimostrato che l’applicazione di ghiaccio al muscolo danneggiato promuove, in piccola percentuale, la rigenerazione delle fibre muscolari. Si ritiene anzi che questa sia la prima volta al mondo in cui uno studio ha dimostrato un effetto positivo del ghiaccio sulla rigenerazione muscolare. Gli autori hanno però dimostrato che l’entità della lesione influisce sull’efficacia dell’applicazione del ghiaccio, ancora più del metodo impiegato o della tempestività.
Le osservazioni dei muscoli che si stavano rigenerando, effettuate due settimane dopo la lesione, hanno rivelato differenze significative nella dimensione delle sezioni trasversali delle fibre muscolari tra le cavie a cui era stato applicato il ghiaccio rispetto alle altre, suggerendo la possibilità che la rigenerazione del muscolo scheletrico sia promossa proprio dal ghiaccio.
Tuttavia, per comprendere cosa succede, bisogna considerare i meccanismi biologici che si attivano. A orchestrare il processo riparativo del muscolo danneggiato sono i macrofagi, un particolare tipo di cellule immunitarie che si accumulano nel sito in cui si è verificata la lesione. I macrofagi promuovono però la formazione di ossido nitrico sintasi (iNOS), che ha l’effetto collaterale svantaggioso di espandere l’area della lesione.
La sperimentazione ha mostrato che il ghiaccio, applicato su una lesione non eccessivamente estesa, riduce l’accumulo dei macrofagi pro-infiammatori e di conseguenza la produzione di iNOS, impedendo in questo modo l’aumento delle dimensioni della lesione muscolare. Quando invece la lesione è molto ampia, il mancato reclutamento di un numero sufficiente di macrofagi può rallentare la rigenerazione del muscolo: esattamente ciò che il team di Arakawa aveva osservato nello studio precedente.
Giampiero Pilat
Giornalista Tabloid di Ortopedia
Bibliografia:
1. Kawashima M, Kawanishi N, Tominaga T, et al. Icing after eccentric contraction-induced muscle damage perturbs the disappearance of necrotic muscle fibers and phenotypic dynamics of macrophages in mice. J Appl Physiol (1985). 2021 May 1;130(5):1410-1420.
www.orthoacademy.it/lesioni-muscolari-ghiaccio-rigenerazione
2. Nagata I, Kawashima M, Miyazaki A, et al. Icing after skeletal muscle injury with necrosis in a small fraction of myofibers limits inducible nitric oxide synthase-expressing macrophage invasion and facilitates muscle regeneration. Am J Physiol Regul Integr Comp Physiol. 2023 Apr 1;324(4):R574-R588.