Non c’è solo la chirurgia per la sindrome del tunnel carpale: un trattamento minimamente invasivo è in grado di fornire un sollievo completo a lungo termine, senza l’uso di corticosteroidi, secondo una ricerca presentata al meeting annuale 2022 della Società Radiologica del Nord America (Rsna).
Il metodo chirurgico più comune, a cui si ricorre abitualmente quando non bastano la terapia fisica o le iniezioni di corticosteroidi, consiste nella decompressione del nervo mediano attraverso una resezione del legamento carpale, e richiede di praticare un’incisione nel polso. Ma l’idrodissezione, la tecnica di cui si è discusso a Chicago, implica solo l’iniezione di un liquido, solitamente salino, in un nervo per separarlo dal tessuto circostante. Per identificare con precisione il nervo, viene utilizzata una guida ecografica. Tutta la procedura richiede appena dai 10 ai 15 minuti e non richiede attrezzature costose.
Per verificare l’efficacia della tecnica, Anindita Bose dell’University College of Medical Sciences di Delhi, in India, ha condotto con i colleghi uno studio randomizzato su 63 pazienti affetti da sindrome del tunnel carpale. Il Boston carpal tunnel questionnaire (Bctq) e la Visual Analogue Scale (Vas) sono serviti per valutare il dolore e gli altri sintomi nei pazienti arruolati, prima e dopo l’esecuzione della procedura.
I partecipanti sono stati suddivisi in tre gruppi: nel primo sono stati sottoposti a idrodissezione guidata e iniezione di soluzione salina; nel secondo l’idrodissezione guidata è stata effettuata con iniezione di una miscela di fisiologica e corticosteroidi; nel terzo gruppo non è stata praticata idrodissezione e ai pazienti sono stati iniettati solo corticosteroidi.
Il follow-up è stato effettuato dopo quattro settimane, dopo dodici settimane e dopo sei mesi. Al primo controllo, tutti i pazienti hanno ottenuto una riduzione del dolore. I controlli successivi hanno però evidenziato differenze significative: in entrambi i gruppi trattati con idrodissezione ecoguidata c’è stato un ulteriore miglioramento, mentre chi aveva ricevuto solo l’iniezione di corticosteroidi ha riportato una recidiva dei sintomi e un aumento dei punteggi nelle scale Bctq e Vas. Inoltre, nei gruppi di idrodissezione, gli ultrasuoni hanno mostrato una significativa riduzione dell’area della sezione trasversale del nervo mediano: nel primo del 43% e nel secondo del 46%, contro una riduzione di appena l’11% nel terzo gruppo.
«I risultati a lungo termine di questa procedura di idrodissezione guidata da ultrasuoni sono stati una piacevole sorpresa – ha dichiarato il coautore Anupama Tandon –. Il costo è stato basso e i pazienti sono stati molto molto soddisfatti, non è stata necessaria alcuna anestesia o ricovero in ospedale e un’ora dopo il trattamento sono tornati a casa o al lavoro».
Renato Torlaschi
Giornalista Tabloid di Ortopedia