Nel 2017, su Lancet Planet Health era comparso un articolo (1), a prima firma del ricercatore messicano Diddier Prada, in cui si dimostrava che l’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico riduce la densità minerale ossea (Bmd) e aumenta il rischio di fratture ossee in età avanzata. Un suo nuovo lavoro (2), pubblicato quest’anno su eClinicalMedicine ha approfondito lo stesso tema, determinando l’influenza di quattro inquinanti atmosferici e delle loro miscele sulla densità minerale ossea in una popolazione ampia, geograficamente ed etnicamente diversificata, di donne statunitensi in postmenopausa.
Prada e colleghi hanno analizzato i dati raccolti nell’ambito della Women’s Health Initiative, una serie di studi clinici avviati dal National Institutes of Health degli Stati Uniti nel 1991, per affrontare i principali problemi di salute che causano morbilità e mortalità nelle donne in postmenopausa, che ne aveva coinvolte oltre 161mila. Hanno stimato l’esposizione agli inquinanti presenti nell’atmosfera (PM10, anidride solforosa, monossido e biossido di azoto) sulla base della zona di residenza delle partecipanti e l’hanno correlata con la densità minerale ossea (corpo intero, anca totale, collo del femore e colonna lombare), ottenuta attraverso assorbimetria a raggi X a doppia energia, al momento dell’arruolamento, al primo, al terzo e al sesto anno.
Secondo questa analisi, l’esposizione agli ossidi di azoto è stata inversamente associata alla densità minerale ossea di tutto il corpo e della colonna lombare; nello specifico, la Bmd della colonna lombare è diminuita di 0,026 g/cm2/anno per un aumento del 10% della concentrazione media di biossido di azoto nell’aria in tre anni.
«I nostri risultati – ha dichiarato Prada – confermano che la scarsa qualità dell’aria può essere un fattore di rischio per la perdita ossea, indipendentemente da fattori socioeconomici o demografici. Per la prima volta, abbiamo una chiara evidenza del fatto che gli ossidi di azoto, in particolare, contribuiscono in modo determinante al danno osseo e che la colonna lombare è una dei principali siti suscettibili a questo danno».
Andrea Baccarelli, presidente del dipartimento di Scienze della salute ambientale presso la Columbia Mailman School of Public Health di New York e autore senior dello studio, ritiene che i risultati ottenuti dovrebbero essere conosciuti da cittadini e decisori politici: «miglioramenti nell’esposizione all’inquinamento atmosferico possono ridurre i danni alle ossa delle donne in postmenopausa, prevenire le fratture ossee e ridurre l’onere dei costi sanitari associati all’osteoporosi».
Giampiero Pilat
Giornalista Tabloid di Ortopedia
Bibliografia:
1. Prada D, Zhong J, Colicino E, et al. Association of air particulate pollution with bone loss over time and bone fracture risk: analysis of data from two independent studies. Lancet Planet Health. 2017 Nov;1(8):e337-e347.
2. Prada D, Crandall CJ, Kupsco A, et al. Air pollution and decreased bone mineral density among Women’s Health Initiative participants. EClinicalMedicine. 2023 Feb 15;57:101864.