La riparazione del legamento crociato anteriore ha dato risultati migliori della ricostruzione ma ha comportato un tasso più elevato di interventi di revisione, in uno studio presentato all’ultimo congresso dell’American Orthopaedic Society of Sports Medicine (Aossm).
Ne è autore Adnan Saithna, chirurgo presso la Azbsc Orthopaedics a Phoenix, in Arizona, che ha coordinato un gruppo di lavoro per approfondire questo tema ancora insufficientemente trattato in letteratura. Lo studio, di tipo retrospettivo, ha messo a confronto gli esiti clinici e funzionali delle due tecniche, con un follow-up minimo di due anni.
Saithna ha esaminato 75 pazienti, abbinati sulla base di variabili come età, sesso, indice di massa corporea, tempo intercorso tra l’infortunio e la chirurgia, lassità del ginocchio, presenza di lesioni meniscali, livello di attività e partecipazione sportiva prima dell’intervento. Sei mesi dopo l’intervento, i ricercatori hanno anche effettuato un test isocinetico per valutare i deficit di forza rispetto all’arto controlaterale e, al controllo finale, hanno misurato diversi parametri, tra cui quelli indicativi della lassità, e la frequenza del ritorno alla pratica sportiva.
Le analisi hanno rilevato che i pazienti sottoposti alla procedura mininvasiva, in cui il legamento viene riattaccato e non sostituito, avevano muscoli posteriori della coscia significativamente migliori di quelli che avevano ricevuto un intervento di ricostruzione, con una maggiore forza dell’arto operato rispetto a quello controlaterale. Dopo un follow-up medio di 30 mesi, anche il Forgotten joint score-12 (Fjs), un punteggio che valuta la soddisfazione dei pazienti riguardo al trattamento ricevuto, è stato migliore nel “gruppo riparazione” rispetto al “gruppo ricostruzione”.
Non ci sono state invece differenze significative nel punteggio Lysholm, che valuta principalmente i sintomi legati all’instabilità, nel punteggio Tegner che misura i livelli di attività e nell’Acl-Rsi che rileva il ritorno allo sport.
«Tuttavia – ha fatto notare Saithna – il tasso di ri-rottura per i pazienti sottoposti a riparazione del legamento crociato anteriore è stato significativamente più elevato rispetto a quelli sottoposti a ricostruzione, e i soggetti più giovani sono risultati particolarmente a rischio».
Giampiero Pilat
Giornalista Tabloid di Ortopedia