La chirurgia di ricostruzione potrebbe non funzionare per alcune persone con gravi lesioni del plesso brachiale, che vengono così avviati verso un’amputazione dell’arto. Del resto, in una revisione retrospettiva effettuata dai ricercatori della Mayo Clinic, i pazienti hanno riportato meno dolore alla spalla e maggiore soddisfazione dopo l’amputazione.
Spesso prodotte da incidenti motociclistici o automobilistici, le lesioni del plesso brachiale possono indurre una perdita della sensibilità e del movimento nella spalla, nel braccio o nella mano, ma la chirurgia può aiutare a ripristinare la funzione.
Col tempo, siamo arrivati a disporre di diverse opzioni di intervento, ma non sempre la ricostruzione chirurgica è fattibile o in grado di fornire risultati soddisfacenti.
Tra il 2000 e il 2020, gli autori hanno effettuato circa 2.200 interventi chirurgici al plesso brachiale su pazienti adulti e, per questo studio, hanno esaminato i dati relativi ai 32 pazienti che in seguito hanno subito l’amputazione. In media, le amputazioni sono state eseguite circa quattro anni dopo l’infortunio e tre anni e mezzo dopo l’ultimo intervento di ricostruzione.
Tutti i pazienti sottoposti ad amputazione presentavano dolore ai nervi e alla spalla, correlato al peso del braccio ferito. Dieci di loro hanno ricevuto protesi mioelettriche che utilizzano i muscoli residui per controllare i movimenti, sfruttando l’energia meccanica prodotta dal movimento della spalla o del moncone.
Nessuno ha detto di essersi pentito di aver subito l’amputazione, tutti hanno ottenuto una riduzione del dolore e in generale hanno avuto maggiori possibilità di tornare al lavoro. Inoltre, i pazienti con protesi mioelettriche hanno riferito di averle utilizzate regolarmente, rispetto a solo il 29% di quelli con protesi tradizionali.
«Anche dopo decenni di progressi nella ricostruzione chirurgica per migliorare la vita dei pazienti che hanno subito lesioni del plesso brachiale a causa di infortuni, in alcuni casi non riusciamo a ottenere risultati soddisfacenti – ha dichiarato Alexander Shin, chirurgo ortopedico e microvascolare della Mayo Clinic e autore senior dello studio –. Nel frattempo le protesi sono migliorate al punto che alcuni pazienti possono oggi scegliere a ragion veduta di sottoporsi a un’amputazione, ricevendo i benefici dell’attuale tecnologia protesica».
Renato Torlaschi
Giornalista Tabloid di Ortopedia