
Raymond Klumpp
Una tecnica di riparazione del legamento patello-femorale mediale (Mpfl) eseguita completamente in artroscopia è stata presentata su Arthroscopy Techniques. Firmata dal dottor Raymond Klumpp, direttore facente funzione del reparto di Ortopedia e traumatologia dell’Ospedale di Treviglio-Caravaggio in collaborazione con un gruppo di specialisti dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, la procedura è suggerita dopo un primo episodio di lussazione rotulea, lesione comune nella popolazione pediatrica e adolescenziale, con un’incidenza media stimata di 42/100.000 anni-persona. In particolare, le pazienti di sesso femminile hanno un rischio recidiva, con un’incidenza che raggiunge il 36,8% in alcuni studi epidemiologici.
Il legamento patello-femorale mediale è la struttura che stabilizza maggiormente la rotula e la lussazione danneggia spesso l’attacco di questo legamento a livello rotuleo. Questa tecnica non ha bisogno di strumentari particolari e può essere eseguita con mezzi comunemente presenti in una sala operatoria di ortopedia. L’anestesia solitamente impiegata è generale o locoregionale, a seconda dell’età e ai fattori di rischio del paziente.
L’intervento viene eseguito attraverso quattro portali classici impiegati comunemente nell’artroscopia di ginocchio: uno pararotuleo laterale utilizzato come portale di visualizzazione; un portale centrale situato appena mediale al bordo interno della rotula, utilizzato per il posizionamento delle ancore utilizzate per rifissare il legamento Mpfl avulso dalla rotula e infine il portale parapatellare mediale e sovrapatellare mediale utilizzato per la gestione delle sutura dell’ancora.
Gli autori hanno definito in dettaglio quattro diverse fasi per questa procedura chirurgica: artroscopia diagnostica, posizionamento delle ancore sulla rotula, passaggio delle suture attraverso il tessuto del Mpfl avulso e annodamento delle suture completando la riparazione del legamento.
Dopo l’intervento, il ginocchio del paziente viene immobilizzato con un tutore articolato, limitandone la flessione del ginocchio a 90°, e istruito all’uso di stampelle per quattro settimane. Il carico completo sull’arto operato e gli esercizi di rafforzamento del quadricipite sono concessi già dal primo giorno dopo l’intervento. Il ritorno allo sport è consentito a tre mesi dall’intervento.
Gli autori evidenziano, tra i principali vantaggi di questa tecnica, la rapidità della procedura, l’approccio chirurgico artroscopico mininvasivo, la riparazione anatomica del legamento Mpfl lacerato e la possibilità di un adeguato controllo della tensione di riparazione del legamento durante l’intervento. Tra i principali svantaggi va ricordato il costo degli impianti (moderne ancore fatte di tessuto che hanno un’invasività ridotta nell’osso) e la necessaria padronanza avanzata nella chirurgia artroscopica.
Secondo gli specialisti lombardi, «la tecnica descritta può essere un’opzione utile dopo una prima lussazione della rotula con avulsione femorale del legamento femoro-rotuleo mediale, soprattutto nei pazienti giovani. Trattandosi di una tecnica artroscopica mininvasiva che utilizza moderne ancore di sutura di piccolo diametro, aiuta a limitare potenziali complicanza causate da accessi chirurgici convenzionali, preservare al massimo il patrimonio osseo della rotula oltre che ridurre al minimo le potenziali complicanze dopo la riparazione del Mpfl, consentendo revisioni future in caso di fallimento della procedura senza problematiche maggiori».
Renato Torlaschi
Giornalista Tabloid di Ortopedia