Un recente studio ha scoperto che le immagini delle ferite chirurgiche scattate con lo smartphone dai pazienti stessi dopo l’intervento e poi valutate dai medici possono aiutare a identificare precocemente le infezioni. I ricercatori hanno dimostrato che questi “selfie chirurgici” sono collegati a un numero ridotto di visite ai medici di base e a una migliore possibilità di accedere a consigli qualificati e personalizzati.
Questa strategia potrebbe aiutare a gestire in modo efficace la fase post-chirurgica e a ridurre la pressione sul Servizio sanitario nazionale, visto che si tratta di una fase particolarmente delicata per i pazienti: i decessi nei 30 giorni successivi all’intervento sono frequenti e, in misura significativa, dovuti alle infezioni delle ferite chirurgiche.
Lo studio, pubblicato su NPJ Digital Medicine, è stato condotto dai ricercatori dell’Università di Edimburgo che hanno arruolato 492 pazienti sottoposti a chirurgia per capire come le foto degli smartphone e le successive domande relative ai sintomi potessero essere utilizzate per diagnosticare precocemente questo tipo di infezioni.
I ricercatori hanno contattato 223 pazienti nei giorni 3, 7 e 15 dopo l’intervento chirurgico, chiedendo loro di rispondere a un sondaggio online relativo ai loro sintomi e di scattare e caricare su un sito web protetto una foto della ferita. Un membro del team chirurgico ha poi valutato le fotografie e le risposte dei pazienti per intercettare gli eventuali segni di infezione. I rimanenti pazienti, inseriti nel gruppo di controllo, hanno invece ricevuto le cure e l’assistenza di routine.
I partecipanti che hanno monitorato la guarigione delle proprie ferite con gli smartphone hanno avuto una probabilità quasi quattro volte maggiore di ricevere la diagnosi di infezione nei primi sette giorni dopo l’intervento rispetto al gruppo di controllo.
Nel caso specifico, i pazienti avevano ricevuto un intervento addominale d’urgenza, ma il problema vale evidentemente per qualsiasi tipo di chirurgia.
Il team di ricerca sta ora conducendo uno studio di follow-up per determinare il modo migliore per mettere in atto questa modalità per i pazienti chirurgici di tutta la Scozia, ricorrendo anche all’intelligenza artificiale per aiutare il personale clinico nella valutazione delle fotografie inviate dai pazienti. «Il nostro studio – ha spiegato Ewen Harrison, coordinatore del team di ricerca – mostra i vantaggi dell’utilizzo della tecnologia mobile per il follow-up successivo all’intervento chirurgico. Il recupero può essere un momento di ansia per tutti. Questi approcci forniscono rassicurazione: dopo tutto, la maggior parte delle persone non sa che aspetto ha una ferita che guarisce normalmente poche settimane dopo l’intervento».
Giampiero Pilat
Giornalista Tabloid di Ortopedia